Il sentiero della libertà
- Autore: Luca Favaro
- Anno di pubblicazione: 2011
Per recensire "Il sentiero della libertà" di Luca Favaro (I Libri di Emil, 2011), mi rifaccio a quello che ha dichiarato l’autore stesso:
"Il sentiero della libertà è la strada che devo percorrere ogni giorno per diventare me stesso..."
Queste parole riassumono alla perfezione lo spirito del libro, che più che una raccolta di racconti io definirei un insieme di emozioni molto profonde che colpiscono il cuore del lettore divertendolo, sconcertandolo, commuovendolo, interrogandolo.
Con uno sguardo ironico e disincantato sulla realtà di una vita permeata di tristezza, con sentimenti che si contrastano senza però eliminarsi a vicenda, queste 12 finestre sul mondo d’oggi, danno vita ad un’opera estremamente vivace, colorata, molto varia. Il senso dell’attesa pervade in tutti i racconti: la sensazione che l’autore abbia dovuto perdere o spendere qualcosa della sua vita, di cui sta aspettando il ritorno, o forse sta cercando di raccoglierne i frutti, che però sembra tardino ad arrivare.
Il racconto "Tu", che esprime l’attesa continuamente disillusa, causa di dolore e di angoscia ma che non toglie certo lo spazio alla luce della speranza, riassume alla perfezione lo spirito di questo libro. "Il sentiero della libertà", ossia il racconto principale, dà la risposta a questa attesa nel ritorno di Gesù, che può essere un occasione di riscatto se accolta, o semplicemente una delle tante occasioni perse se lasciata scivolare via, come sembrano fare i protagonisti.
"Il crisantemo bianco" e "L’ultima lettera di Ubaldo" sembrano esprimere un intenso e inappagato desiderio d’amore, che passa attraverso il bisogno dell’incontro fisico, psicologico e affettivo. "L’ultima lettera", invece, si rifà all’intenso desiderio di sentire la presenza di Dio nei momenti in cui la vita si fa difficile e pesante.
In questo libro pervade il desiderio di amore, di pace, di libertà, libertà che può costare un prezzo molto alto: l’attesa snervante e infinita di un qualcosa che sembra ormai a portata di mano, ma che non arriva mai.
Domani, chissà... conclude l’autore, rimettendo nuovamente tutto in gioco. Da leggere.
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Letto oggi, ne è valsa ampiamente la pena. Onestamente all’inizio non mi aspettavo molto (il titolo suona un po’ stantio, bisogna dirlo) ma è una lettura piacevole, breve che, pur nella sua organicità, si presta a letture saltuarie grazie alla sua struttura "episodica". Inoltre i contenuti potrebbero sembrare, se descritti sommariamente, infantili, e lo sono - ma nel senso buono! Non vi sono infatti considerazioni troppo profonde, che spesso oggigiorno scadono nel pomposo, ma solo le riflessioni dell’autore, motivate da un’esperienza di vita non indifferente rielaborata qui in una semplice e significativa allegoria. Speriamo di leggere dell’altro al più presto!