Il silenzio del colore nero di Serena Frediani

Ne "Il silenzio del colore nero", edito da Avagliano a gennaio 2011, la giovane Serena Frediani si è cimentata con una storia complicata, emotivamente coinvolgente, piena di dolore e di problemi esistenziali irrisolti.

Protagonisti sono due personaggi diversi, provenienti da mondi apparentemente lontani anche se, alla fine, non poi troppo lontani. Un artista proveniente da un’agiata famiglia della borghesia romana, Fabrizio, rifiuta il padre, architetto autoritario che lo vorrebbe suo erede nello studio avviatissimo; il contrasto tra padre e figlio è sempre più violento fino alla rottura definitiva. Pur con una laurea in tasca, Fabrizio dipinge e riscuote un certo successo nell’ambiente dei galleristi romani, dove però si trova coinvolto in una vita sterile, oziosa che mette a repentaglio la sua creatività. Compare per caso nella sua vita una ragazza insignificante, Flavia, che si propone come modella. Diversissima da lui, giovane, malvestita, enigmatica, proveniente da un ambiente sociale modesto, Flavia offre di sè un’immagine che attrae e respinge Fabrizio, che lo intriga e lo porta ad intessere una relazione. La donna, tuttavia, nasconde un segreto: il suo corpo è devastato da strane ferite, ustioni, lividi, che incuriosiscono e interrogano Fabrizio. Chi ne è l’autore? Cosa nasconde Flavia?

Non rivelo il seguito di questo romanzo in cui si manifestano pulsioni erotiche, infelicità profonde e laceranti, malattie del comportamento, disagi fisici e psichici che l’autrice cerca di raccontare nella forma del romanzo. Molti sono i temi affrontati dall’autrice, a cominciare dal rapporto con la famiglia, con il mondo dell’arte intesa come merce da piazzare sul mercato, con l’amore, che Fabrizio non riesce ad incontrare e a riconoscere. Il finale drammatico, la riconciliazione con il padre, la rinascita del protagonista sono un po’ di maniera; resta comunque molto interessante la parte centrale del libro e soprattutto il personaggio di Flavia, disegnato con profonda umanità.

Il romanzo mi ha fatto ricordare il celebre "Non ti muovere" della Mazzantini, ma qui l’atmosfera appare meno drammatica, forse più aderente alle nuove realtà di una generazione, quella dei quarantenni, che si sta davvero interrogando su scelte pregresse e direzioni da prendere.

Presentazione: Il 3 marzo alle ore 18:00, il libro sarà presentato a Roma dall’autrice, presso la libreria Feltrinelli di Vittorio Emanuele Orlando 84/86.