Il silenzio dell’Arcangelo
- Autore: Laura Caputo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Il secondo atto della denuncia spietata che Laura Caputo fa nei confronti delle Mafie, nel sequel del primo romanzo–verità pubblicato per Leucotea l’anno scorso, “Il castello di San Michele”, ci racconta una guerra terribile che proprio in questi giorni sta vivendo una sua recrudescenza, se mai si fosse attenuata la violenza della potenza malavitosa, nei video pubblicati dalla stampa nazionale che vedono Totò Riina nel carcere di Opera mentre rivendica le stragi passate e ne evoca di nuove, terribili, contro il giudice Di Matteo.
Ecco allora che il romanzo della Caputo e la sua protagonista, la giornalista francese che sta lavorando su una futura biografia del potentissimo boss L, prigioniero nel 41Bis e suo confidente, escono dal genere “fiction” per divenire documenti di stringente attualità e di crudo realismo. Cronache di ieri e di oggi, materiale incandescente, collusioni, corruzioni, servizi deviati, doppigiochi, pentiti, testimoni scomodi, inchieste fermate, evasioni spettacolari, attentati: tutto questo e anche di più ci racconta l’autrice in questo thriller adrenalinico, sempre sul filo del rasoio, dove la coraggiosa “dottoressa” sfida le forze occulte o manifeste della malavita ai suoi massimi livelli di potere e non indietreggia di fronte a minacce e attentati (la sua macchina viene bruciata mentre a Salerno, sotto la Procura, sta parlando con l’amico magistrato). Il racconto si articola tra:
- Parigi, dove il suo capo l’appoggia e la incoraggia,
- Milano, dove il direttore del giornale la stima ma teme le conseguenze che le sue spregiudicate indagini possono creare,
- Salerno, dove giunge dopo ore e ore di guida notturna, senza preavviso, per non allertare i suoi ormai numerosi nemici.
In questo faticoso e stressante andirivieni si svolge la storia, che ci racconta in modo sempre più concitato che i processi di mafia sono difficilissimi, le collusioni all’interno delle istituzioni subdole e difficili da smascherare, gli interessi economici, al sud come al nord, enormi e difficilmente possono emergere, a meno di interventi coraggiosi di uomini onesti che pure ci sono, ma sempre ostacolati, trasferiti, esautorati, purché la verità giudiziaria non emerga.
Non riassumo la trama del romanzo complessa e a volte difficile da seguire, tanti sono i risvolti, le incongruenze, i depistaggi che intervengono nell’onesta ricerca della verità che la giornalista compie, certa di essere in costante pericolo.
”Vuoi fare la fine di Siani?”
le chiede uno degli “onesti” con i quali è in rapporto nelle difficili indagini che la stanno avvicinando sempre di più a baratri intoccabili e inattaccabili.
Le ultimissime pagine del libro non inducono all’ottimismo, come non appare ottimistica la reale situazione della lotta alle Mafie. Tuttavia il romanzo è un giusto atto di accusa contro tutti coloro che potrebbero contribuire a costruire una società finalmente risanata e non sono disposti a farlo: poliziotti compromessi, pentiti improbabili, giudici corrotti, avvocati collusi e, soprattutto al sud, nelle tane dei lupi, persone impaurite e ricattate, omertose e conniventi, una manovalanza manovrabile e corruttibile che ha già troppo rischiato e ha scelto di stare dalla parte “sbagliata”.
Molto ben costruito il personaggio del giudice Vito Martinez, solo, dubbioso, pieno di angosce di fronte ad una realtà troppo pericolosa per le sue sole forze; efficacissimo anche il ritratto del calabrese Tore, un boss gregario che vuole comprare la complicità della giornalista con prodotti alimentari fatti in casa dalla mamma, scambiando peperoncini, melanzane sott’olio e peperoni con capperi con messaggi da far uscire ed entrare dal carcere di massima sicurezza: ci sarebbe quasi da sorridere, se non parlassimo di assassini feroci, che mescolano cibi che tutto il mondo ci invidia con delitti atroci, vendette trasversali, in un tessuto sociale malato che ormai si è esteso all’intera penisola.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il silenzio dell’Arcangelo
Lascia il tuo commento
Bellissima recensione. Leggerla da autore emoziona un po’ perché trasmetti la certezza che hai letto e capito.
Spero solo di meritarmela. Grazie.
Laura, il tuo lavoro, come quello dei giornalisti, scrittori, magistrati, poliziotti che lottano controle mafie, ha un grande significato etico che credo di aver colto....sto consigliando i tuoi libri anche ai ragazzi che sento su fb, buon lavoro e speriamo che la conoscenza vinca sulla disinformazione e sull’ignoranza!