102 canti Cheyenne e Apache raccolti in un volume mondadoriano del 1999 nella collana economica I Miti (ancora rintracciabile in libreria o online), intitolato “Il sole è il padre di mio padre”, da un verso citato nella raccolta.
Nessuna introduzione o postfazione: un semplice elenco di preghiere, canti di battaglia, danze ritmate, inni agli elementi naturali, congedi e celebrazioni funerarie. Come commentare questi testi, dunque, se non riportando i più espressivi e originali per ogni argomento trattato?
“Canto del guerriero ferito: Di certo mi fa molta più paura / del campo di battaglia, / il dente dondolante / della vecchiaia. // Io sono pronto a morire.
Canto di vittoria: Venite, / ascoltate, / esultate, / lupi della foresta! / C’è un bel festino / pronto per voi; / presto, / adunatevi all’alba!
Viaggio del defunto: “Ecco, lo spirito è partito / sul sentiero dell’ombra, / Quando raggiungerà l’arcobaleno / la terra canterà. / Ecco, è partito / con l’acqua del mattino.
Inno al sole: Il sole è il padre di mio padre. / Egli mi ha dato tutte le canzoni, / egli mi ha dato gli strumenti sacri, / egli mi ha dato la casa dove vivo / che dolcemente dondola / al soffio del vento notturno. / Egli mi ha dato / tutto ciò che possiedo sulla terra.
Dichiarazione senza parole: Un giovane in partenza per la guerra / mi ha fermato quest’oggi per la strada, / mi ha messo le mani nelle sue, / e quando se ne è andato vi ho trovato / un braccialetto giallo.
Canto del bufalo: Mio avo è il bufalo / che allegro si rotola nel fango, / che sbuffa rumorosamente, / che solleva zolle di terra / con zoccoli possenti, / che porta la pioggia. / Attraverso di lui io sono sacro.
Trasformazione: Oggi mi sento un corvo / che vola contro alle nubi scure, / e canta, / e il cielo nero / fa risuonare del suo canto. / Caw, caw, caw, ecco il mio canto. / Io oggi sono un corvo.
Passaggio: Un giorno nostro nonno, / la schiena carica d’anni, / si è allontanato / nel fitto del bosco, / si è trasformato in un alce / ed è sparito tra i boschi”.
Potremmo quindi notare l’esaltazione della forza fisica, il coraggio guerresco, l’odio verso i nemici; ma anche l’affetto per tutti i membri della famiglia, il rispetto per gli antenati, il rimpianto dei defunti, la nostalgia della casa lontana. E inoltre il fiducioso abbandono alle divinità, il senso di compenetrazione con il mondo animale e vegetale, l’idea di uno spirito vitale che sopravvive al corpo ed è in grado di trasformarsi in altri elementi naturali, la fiducia nella potenza degli esorcismi e dei rituali.
Gli Cheyenne sono una popolazione di nativi americani dell’area delle Grandi Pianure, situate nell’America Settentrionale. Oggi la loro popolazione, ridotta a 6.500 individui, si trova negli Stati dell’Oklahoma e del Montana. Gli Apache provengono invece dall’area sud occidentale dell’America Settentrionale: attualmente il loro numero si aggira intorno alle 50.000 unità.
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