Il sonno della cicala
- Autore: Roberta Gallego
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2014
“Trenta quaranta tutto il mondo canta: canta il gallo dall’orto di Camillo, risponde la gallina Madama Tommasina viene alla finestra con tre colombe in testa, passan di lì tre fanti su tre cavalli bianchi, bianca la sella e bianca la donzella...”.
L’anziano Malachia Duprè sprofondato nella poltrona di vimini che “aveva perso la forma originaria negli anni trascorsi ad accogliere la sua stanchezza”, circondato dai piccoli nipoti raccontava loro la filastrocca della cicala e della formica che celava una morale.
“Ma perché la formica non la aiuta?”. “Perché non è stata previdente”.
Di tutti i nipotini quello che assomigliava di più al nonno per indole e fisicità era Mattia, “minuto e senza gravità”, spettinato nei capelli color rosso carota come erano stati un tempo quelli di Malachia. Mattia era l’Erede perché il vecchio patriarca si specchiava orgoglioso in quel piccolo di undici anni, “rachitico quanto lui era stato mastodontico”.
Ora nell’autunno della sua vita, Duprè rivedeva tutto il suo cammino professionale e umano, tutta la parabola dei desideri e degli affetti personali che un grande industriale come lui, che aveva costruito la sua fortuna sul Barolo, aveva generato. In quelle ultime ore tiepide di settembre Duprè aveva voltato lo sguardo verso la villa. Sua moglie era affacciata alla finestra del primo piano, l’uomo l’aveva salutata con la mano ma Fernanda Duprè, da tempo ammalata, non si era mossa.
“Rifletté su come il passato non lo salutava più, ma era circondato dal futuro e aveva fatto la scelta più giusta”.
Quella notte Malachia Duprè avrebbe dormito con la chitarra, come la cicala.
“Invece, la morte gli spezzò il sonno prima dell’alba”.
Il cadavere del patriarca sarebbe stato ritrovato nelle acque del lago di Ardese due giorni dopo la misteriosa scomparsa dell’industriale, che risultava essersi allontanato dalla sua abitazione tra il 19 e il 20 settembre con la propria autovettura.
“Da quel momento era sparito; non si era recato in azienda, non rispondeva al telefono, non era andato a trovare nessuno che i famigliari avessero contattato”.
Ne Il sonno della cicala (Tea, 2014), il nuovo romanzo della serie dedicata alle “Storie di una Procura Imperfetta” del piccolo centro di Ardese, Roberta Gallego, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Belluno, costruisce una trama che ha al centro una grande famiglia proprietaria della Ditta Duprè Grandi Rossi. Malachia Duprè è stato assassinato, ad Alvise Guarnieri affiancato dal Maresciallo dei Carabinieri Saverio Alfano spetta il compito di acciuffare il colpevole. Ma l’indagine è irta di ostacoli a cominciare dallo stesso clan Duprè che fin dal funerale del congiunto si presenta come “una falange talebana, compatta e inespugnabile”.
I quattro eredi di Malachia “possidente con la zappa” sono fisicamente molto diversi tra loro: Ares e Delfo avevano ripreso la corporatura possente e mastodontica del padre, Ermes e Ismaele, invece, assomigliavano alla loro madre, esili e nevosi, non molto alti, con lo sguardo acquoso e instabile. Le quattro nuore Duprè, donne forti e indipendenti, erano “portatrici poco sane di un cognome luminoso, ma tossico come un barolo andato a male”. E poi c’è Susanna Ardito “un’amica di famiglia” cresciuta nella villa il cui padre lavorava con Malachia, la quale alle esequie dello “squalo della finanza” si era seduta lontano dai fratelli Duprè.
Mano a mano che le indagini proseguono Guarnieri si rende conto che Malachia aveva molti nemici, perché “era odiato da chi lo comprendeva bene ed era odiato da chi non si comprendeva più”.
L’autrice trevigiana, voce singolare del giallo italiano, ambienta nelle brume della provincia piemontese una commedia pirandelliana i cui protagonisti possiedono “la restrizione mentale di giganti già fantasmi...”, che coinvolge e sorprende.
“Alcune indagini sono complesse e rischiose; altre sono soltanto pedanti elencazioni di dati e cifre combinate da analisti fiscali in modo da far risultare, e risaltare, somme penalmente significative, altre ancora sono pionieristiche, frutto di giurisprudenza creativa”.
Il sonno della cicala: Storie di una Procura imperfetta
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