Il Tessitore di Cristina Rava

Il medico legale genovese Ardelia Spinola torna in libreria ne Il Tessitore (Rizzoli, 2022). In questo volume la protagonista è accompagnata dal microcosmo di informatori che per lei è famiglia d’adozione e vera e propria rete di sopravvivenza nella piccola comunità ligure-piemontese in cui risiede. Cristina Rava, giallista con studi di medicina, crea per lei un’avventura con echi di modernità, tutta incentrata su un misterioso femminicidio. E, come da tradizione, dipana Il Tessitore, in quella viabilità di confine, tra paesini e luoghi tutti da scoprire che ben conosce chi cerca un’alternativa meno trafficata al percorso autostradale per raggiungere le coste della Liguria.

Animata dalla ritrosia tipica dei residenti, la sua protagonista non ama la folla dei vacanzieri. E conosce a menadito il centro storico di Albenga, gioiello di architettura e convivenza tra popoli, come la vicina Alassio, dove si concede qualche incursione. Cene, aperitivi, shopping, passeggiate. E lavoro nell’ambulatorio di medicina legale. La sua è una routine quotidiana spezzata, di tanto in tanto, dalle vicende di cronaca.
A catturare l’attenzione, personale e professionale, di Ardelia Spinola è il cadavere di una giovane sconosciuta rinvenuto nel bagagliaio di un pick-up. L’ignaro proprietario del mezzo sprofonda nel peggiore degli incubi, con il ritrovamento della vittima a un posto di blocco.
Chi ha abbandonato la giovane sul mezzo? E soprattutto chi e perché l’ha uccisa?

Sono queste le domande cui dovranno rispondere gli investigatori e una riluttante Ardelia che, ben determinata a non lasciarsi coinvolgere, finirà con il trovarsi invischiata nella vicenda. Colpa della telefonata notturna di un amico architetto che le confessa di aver compiuto una sciocchezza collegata, manco a dirlo, alla morte della sconosciuta. Questa volta la dottoressa dovrà affrontare un nemico insidioso, il “Tessitore” appunto, che governa le fila di esistenze ed eventi.

A questa vicenda si intreccia una seconda linea narrativa incentrata sull’agire di una cellula di estremisti operativa tra Piemonte e Liguria.
Ce n’è abbastanza per chiedere l’aiuto di un altro personaggio simbolo dei gialli di Cristina Rava che con Rizzoli ha pubblicato Quando finiscono le ombre (2016), I segreti del professore (2020) e Il pozzo della discordia (2021): Bartolomeo Rebaudengo, commissario sabaudo a riposo e gentiluomo d’altri tempi, che con il medico legale condivide la passione per le indagini, l’acume e una storia d’amore mai sopita, gestita male e finita peggio.

Mai più liberi da allora, ma nemmeno tentati di riesumare desideri spenti, si allontanano e si ritrovano, incapaci di stare insieme o di perdersi del tutto.

Entrambi in fondo attraversano un periodo di profondo cambiamento, di evoluzione personale e professionale. “Donna socievole solo quando incontra persone compatibili a lei, cioè quasi mai”, Ardelia Spinola è in realtà animata da una profonda “pietas laica”: incurante delle conseguenze, sul lavoro non si limita alla perizia in sé, ma investiga nelle ragioni profonde dell’agire umano, mossa dalla certezza che il suo fare chiarezza possa restituire la verità e quindi serenità alle vittime.

Chiarire il mistero, riportare la luce della ragione, restituire la verità come surrogato della giustizia, è già qualcosa per le vittime e per chi le ha amate, vittime a loro volta.

Per il resto Ardelia vive un’esistenza ordinaria, tra preoccupazioni e ansie esistenziali che l’accomunano a molti dei lettori. Ama la cucina, i gatti e il buon vino. E la letteratura, naturalmente: frequenti nel libro sono i richiami a Georges Simenon, Agatha Christie e John Le Carré.

In quest’epoca di fortunate trasposizioni televisive di gialli e romanzi noir, Ardelia Spinola meriterebbe di certo uno spazio tutto suo.