Il testamento francese
- Autore: Andrei Makine
- Categoria: Narrativa Straniera
Nell’epigrafe del libro, l’autore pone una frase tratta da "Il tempo ritrovato" di Marcel Proust. E’, infatti, davvero molto proustiano questo romanzo, emozionante e coinvolgente dalla prima all’ultima pagina. L’autore franco-russo Makine ci fa viaggiare da Parigi alla steppa russa lungo la prima metà del 900, attraverso il rapporto magico tra il bambino, poi uomo maturo, e sua nonna, la fascinosa Charlotte Lemonnier, vera protagonista della storia. Questa donna colta, amante della letteratura del suo paese, sensibile e raffinata, sposa un russo, Feodor, e per il resto della sua lunga vita rimane fedele al paese d’adozione, senza mai dimenticare o rinnegare la sua origine francese. Tutti i suoi ricordi sono racchiusi in una mitica valigia, piena di fotografie, lettere, articoli di giornale, riproduzioni di immagini e di paesaggi, che porterà sempre con sé nelle sue molteplici avventure e che saranno la scuola di vita e l’iniziazione del giovane nipote, l’io narrante della storia, la cui esistenza sarà sempre divisa a metà tra l’identità russa e la radice francese. Il francese era la lingua che aveva parlato da bambino, quella che lo rende diverso e non accettato dai suoi coetanei ma che sarà poi la sua lingua di scrittore.
Difficile raccontare quanto questo libro sia in grado di suscitare profonde emozioni: la doppia identità, che storicamente avvicina i francesi ai russi, ma che ai tempi della cortina di ferro aveva completamente separato la Russia dal resto d’Europa, sembra essere la metafora centrale del lungo e complesso romanzo, pieno di straordinarie citazioni letterarie. Nella mente del giovane protagonista, man mano che cresce, Hugo, Flaubert, Baudelaire, Proust diventano, attraverso le parole e i ricordi della nonna, il pane di cui nutrire il suo spirito, mentre la Belle Epoque si è ormai allontanata nel tempo e il regime staliniano con i suoi orrori domina la patria russa, divenuta un grande lager.
Inatteso e molto commovente il finale del libro, tutto da leggere e su cui tornare a riflettere, tante sono le sollecitazioni e gli spunti che suggerisce. Un viaggio dentro la storia e la cultura dell’ultimo secolo che si vorrebbe non finisse mai.
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