Il torto del soldato
- Autore: Erri De Luca
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2012
Erri De Luca ha imparato la lingua yiddish, lingua con un impianto grammaticale tedesco e che si legge da destra a sinistra. Dice che lo yiddish somiglia, per certi versi, molto al napoletano. Sono entrambe lingue veloci e usano proverbi molto simili. Si è occupato della traduzione dell’ultimo capitolo del romanzo “Di Familie Mushkate“ e “Il torto del soldato “ inizia con una lettera ricevuta, nella quale, proprio in ragione di questa traduzione fatta, gli si chiedono ancora traduzioni dallo yiddish. E da qui nasce lo spunto per il libro, che si divide in due parti.
Nella prima parte, leggiamo dell’amore di uno scrittore per la lingua ebraica, del fascino delle traduzioni e di alcune parole, ma anche del viaggio che quest’uomo fa a Varsavia, di quando, operaio, partì per i luoghi della shoah. Percorriamo con lui quei luoghi dolorosi e lo seguiamo fino al trasferimento nelle Dolomiti, dove una sera seduto in una locanda, accanto al suo tavolo una donna gli sorride. Dopo poco accanto a lei siede un uomo anziano. Sono padre e figlia.
Ed è a questo tavolo che prende corpo la seconda parte del libro, dove a parlare in prima persona è la donna. La sua voce ripercorre l’infanzia, lo stupore di scoprire che quello che le avevano indicato come suo nonno, in realtà era suo padre. Poi le estati passate a Ischia dove un ragazzo di poche parole le insegnava a nuotare, ancora la fuga di sua madre e il suo lavoro di modella all’accademia di belle arti. E ora la vita con suo padre, un criminale di guerra, al quale non ha mai fatto domande. Tra di loro vige un non-dire, solo mezze frasi, parole appena abbozzate.
Ogni tanto la paura di ritrovarsi braccato e trovato si fa forte nella voce dell’anziano.
Quella sera in quella locanda, la donna sorride a un uomo seduto accanto al loro tavolo.
Sta leggendo pagine in yiddish. Su quel volto è convinta di ritrovare il volto di quel ragazzo che le aveva insegnato a nuotare a Ischia, molti anni prima. Era davvero lui? Non osa chiederglielo.
Il padre è convinto, invece, che sia un uomo che “hanno mandato“ ed è venuto a prenderlo.
La donna e il vecchio soldato, quella sera, finalmente conosceranno una sorta di libertà che porrà termine allo loro vita insieme.
Sarà una libertà che dovrà passare per un volo violento, doloroso e imprevisto.
Qual è il torto del soldato? Ce lo spiega Erri De Luca in questo video:
A pochi mesi dall’uscita de “I pesci non chiudono gli occhi“, Erri De Luca ci racconta questa storia dal sapore amaro, ci fa udire due voci opposte: una che continua a dire che il torto del soldato è stata la sconfitta e l’altra che si ostina a scandire che il torto del soldato è stata l’obbedienza.
Ci parla con la sua voce delicata e impalpabile, ma stavolta lascia largo spazio al dolore femminile (spesso le donne sono quelle che subiscono di più, in guerra come nella vita di tutti i giorni), che è raccontato non solo con le parole, ma soprattutto si nasconde tra le righe, tra i respiri della donna.
Ogni pagina ha luce e spessore, come la lingua yiddish, di cui scopriremo il fascino.
Il torto del soldato
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