Il giro dell’oca
- Autore: Erri De Luca
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2018
Erri De Luca con l’escamotage del figlio non voluto in gioventù ci racconta la sua vita più intima. Dai trascorsi rivoluzionari alla pace armata della sua vecchiaia. Poteva finire così la strada dello scrittore da sessantottino a operaio, senza scrivere nulla. Ma la scrittura è stata un’urgenza, un modo per dare senso alla sua vita.
Al figlio inventato nel libro "Il giro dell’oca" racconta il suo rapporto con i libri, tutti in disordine col rischio di non trovare quello che gli serve, ma l’ordine fa mausoleo, una chicca dell’arredamento. Meglio far vedere che si sono letti anche se sono senza criterio, come gli amori. Scrive:
Mi sono accorto di mancare del sentimento della gelosia. Una donna mi mentiva su alcune uscite serali. Lasciò per distrazione un indizio, lo trovai per caso.
Fui sgomento, frugai dentro di me l’ira del geloso e non c’era. Provavo uno sconosciuto scoramento.
Forse De Luca non trovava in lui il potere del possesso su un’altra persona, perché rifiutava il possesso in tutte le sue forme. E forse ha amato poco, per mantenere fede alla sua filosofia dell’impotenza, intesa non certo come malattia, ma come filosofia di vita. Infatti non ha mai voluto incarichi, anche quando glielo chiedevano di dare alla sua anarchia un progetto politico. Sempre in disparte, mai protagonista.
Con la dovuta eccezione, quello di avere come status quello dello scrittore che rende contraddittorio tutto il suo pensiero. Non sono forse chi mette sul mercato libri dei narcisi, degli egocentrici? No, se al tuo libro non segue un battage pubblicitario. Un libro fra tanti, ma a noi lettori questa parte non ci convince molto.
Erri De Luca rilascia interviste, non molte, come i suoi colleghi, presenta il libro in giro. Allora per evitare l’omologazione con gli altri scrittori, sostiene che sono queste piccole cose di fronte alla morte?
Giunto in ospedale qualche anno fa per arresto cardiaco, ricorda sei buchi neri, niente di miracoloso. Sarà questa la famosa morte, una cosa fatta di nulla, poi torna il nero poi torna in vita. Di fronte a questo avvenimento cade la maschera del rivoluzionario. Ma anche quella dello scrittore.
Ogni confessione che fa ci riguarda e aggiunge persino qualche pettegolezzo. Se vuole essere diverso dai suoi colleghi in questo breve e sincero libro ci riesce.
Già è tanto capire se la sua è una prosa in forma di poesia o una poesia in forma di prosa.
Il giro dell'oca
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Il libro dal titolo "il giro dell’oca" non è affatto male, ma non rientra tra i migliori dell’autore. Quando De Luca è ispirato riesce ad appassionare, quando diventa ripetitivo risulta noioso. Già con " La natura esposta" non era riuscito ad irretire come fa di solit, poi, con quest’ultimo lavoro emerge la deleteria volontà di appagare una volontà editoriale piuttosto che la capacità di raccontarsi.
Il libro è bello nella prima parte, ma poi subisce una dicotomia e diventa una lunga e pedante intervista. L’idea è da considerarsi buona, ma è tempo che De Luca torni a scrivere per passione e non per contratto.