Il vangelo perduto. I manoscritti scomparsi a Valmadonna
- Autore: Pietro Luigi Garavelli, Enrico Sozzetti, Erica Bonansea
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Valmadonna è una frazione di Alessandria, nella parte valliva e collinare della città piemontese, abbellita dalla chiesa della Beata Vergine Maria Assunta.
Nel IV secolo, però, in uno degli anni ai quali rimanda questa narrazione a rimbalzo dal presente, per un verso non c’erano né l’abitato né l’edificio religioso, per un altro il luogo si chiamava diversamente nel XIII e la chiesa era un’altra, preesistente.
Ispirato a eventi realmente accaduti, corre nel tempo tra il 2019, il 1225, il 1960 ad Alessandria, il 325 in Turchia, il 1946 in Egitto, il romanzo Il Vangelo perduto. I manoscritti scomparsi a Valmadonna (LAReditore, Perosa Argentina-Torino, prima edizione 2019, 175 pagine), autori Pietro Luigi Garavelli, Enrico Sozzetti, Erica Bonansea.
Qualche presupposto reale e tanta immaginazione in una storia che scommette sull’oscurità del passato e alimenta la suggestione di qualcosa nascosto in un angolo del Piemonte alessandrino. Quando poi si aggiungono segreti dei Templari, il mistero è servito.
Gianfranco è un giornalista a un passo alla pensione. Uno dei migliori amici, il medico Guido Dertiz, gli parla con sorpresa di israeliani che tre anni prima sarebbero arrivati nella loro Alessandria, attratti da scritti sacri apocrifi evangelici, celati a Valmadonna.
Quasi millesettecento anni prima, a Nicomedia, l’imperatore Costantino riflette con la madre Elena sulle dispute tra i vescovi in relazione alla natura umana o divina del Cristo. Accenna anche a testi sulla vita di Gesù che negano fosse unigenito: oltre ad avere fratelli, addirittura un gemello, avrebbe sposato Maddalena di Betania e generato figli. Si tratta dei Vangeli di Tommaso e di Maddalena, tendenti a umanizzare troppo il Nazareno. Vi si parla anche di reincarnazione: in vite diverse, si può essere di volta in volta re o schiavo.
Sulle questioni, il consiglio di Elena è di indire un Concilio tra i vescovi per definire la natura del Cristo e cogliere allo stesso tempo l’occasione di disfarsi dei testi pericolosi.
Tornando al 2019, Miriam è una giovane borsista universitaria in storia delle religioni e si unisce a Gianfranco e Guido per trovare quello che gli israeliani hanno cercato a Villa Levi, acquistata negli anni Settanta dai Dertiz. Apparteneva a un uomo d’affari ebreo, in stretta amicizia con Joseph Adler, facoltoso mercante d’arte olandese di famiglia israelita, collezionista di testi in ebraico in ogni parte del mondo. Una raccolta di quindicimila libri e manoscritti, tra rarissimi e unici, del valore stimato in 35milioni di sterline, chiamata “Valle delle Grazie Library”, in omaggio al sobborgo di Valmadonna e alla città di Alessandria, frequentata spesso, ospite di Antonio Levi.
Occorre soffermarsi, grazie agli autori e ai personaggi, sulla curiosa toponomastica di Valmadonna: fino al periodo napoleonico era detta Valle delle Grazie e vi sono località che si chiamano il Paradiso e Valle dell’Inferno, almeno così era in passato. Scavalcata una collina in direzione di Valenza, si raggiunge la Cascina Calvario. Toponimi quanto meno particolari per un’area ai confini del Monferrato.
Saltando indietro a Costantino, lo scopo del Concilio di Nicea del 325 viene raggiunto, sancendo la scelta di soli quattro Vangeli canonici riconosciuti dalla Chiesa sulla vita di Cristo (Giovanni, Luca, Matteo, Marco) e la messa al bando di tutti gli altri, che diventano apocrifi.
Nel 1225, i Templari sono nell’attuale Alessandria in una località detta la Fraschetta e Giovanni Baliano, nipote di Baliano d’Ibelin eroe della difesa di Gerusalemme dal Saladino, osserva la chiesa recentemente ampliata dai monaci-cavalieri. È detta Santa Maria Maddalena di Castello, dedicata a Maddalena di Betania, sorella di Lazzaro e Marta e non solo: moglie di Cristo, secondo gli scritti che a volte gli leggeva zia Caterina. La Chiesa considerava eretici quegli scritti e li vietava severamente, per questo ne parlavano solo in casa e con qualche cavaliere del Tempio.
Il padre di Giovanni aveva portato dalla Terra Santa alcuni rotoli di papiro, che considerava il tesoro più grande della famiglia, perché quelle parole erano state ispirate da Dio stesso. Vi era narrata la storia di Cristo, ma in modo un po’ diverso. L’aveva fatta trascrivere su pergamena, per conservare una copia se gli originali in papiro fossero andati distrutti. Chiusa in un piccolo forziere di metallo, era stata donata ai Templari e messa al sicuro nella chiesa dedicata a Maria Maddalena.
Il romanzo si deve quindi a tre coautori interessati alla storia e alle tradizioni locali. Pietro Luigi Garavelli, primario in malattie infettive, è appassionato di numismatica ed esoterismo. Enrico Sozzetti è giornalista professionista, specializzato in economia e autore di reportage in Cina e Israele. Entrambi alessandrini di poco over 60, collaborano con una pinerolese di molto under, Erica Bonansea, insegnante liceale di tedesco e valida scrittrice di romanzi storici sulla sua città e sul Piemonte del 1600-1700. Ognuno dei tre ha offerto il contributo delle proprie passioni ed esperienze, per un romanzo storico confezionato con l’aggiunta della necessaria invenzione, ma basato su qualche presupposto reale.
Tra realtà e fantasia, Garavelli ha davvero ricevuto a Valmadonna, nel 2016, la visita di israeliani che hanno effettuato ricerche a Villa Vitale e dintorni.
Se Adler e Levi non sono esistiti, tutti i luoghi citati sono invece autentici. Alessandria è stata fondata con il contributo dei Templari e vi si è insediata la casata dei Baliano, che non custodiva però antichi Vangeli apocrifi.
Il Vangelo perduto. I manoscritti scomparsi della Valmadonna
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