Imperium
- Autore: Christian Kracht
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2013
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“Il romanzo rivelazione dell’ultima stagione letteraria tedesca”
strilla la fascetta rossa che cinge il libro di Christian Kracht, acclamato giovane scrittore già autore di numerosi libri di successo. Devo dire che mi sono incuriosita per l’originalità della storia raccontata e ho letto il libro con interesse che è andato scemando nel corso della lettura, complessivamente piuttosto faticosa, oserei dire.
Il giovane August Englehardt è l’eccentrico protagonista di una storia che l’autore ci racconta con passione e grande partecipazione. Imbarcato sul piroscafo Prinz Waldemar l’uomo, vegetariano nudista, vuole raggiungere la Nuova Pomerania, possedimento tedesco nel Pacifico, poco lontano dall’Australia, dove la minuscola cittadina tedesca di Herbertshohe fungeva da capitale. Lo stravagante personaggio immagina di fondare una comunità di nudisti coccovori, cioè persone capaci di coltivare e di nutrirsi delle sole noci di cocco. L’impresa, tanto più eccentrica quanto improbabile, comincia in mezzo a grandi difficoltà: l’ingenuo August viene raggirato, derubato, deriso, ignorato, fino a che con la sua caparbietà e la forte convinzione in un’esistenza radicalmente alternativa riesce ad acquistare la possibilità di vivere e coltivare il cocco su un’isola, Kabakon, abitata da soli indigeni, forse antropofagi, pagando in natura la proprietaria, la bianca Queen Emma, con i proventi della vendita di olio e noci.
Le avventure e disavventure di Englehardt durano per lunghi anni, durante i quali viene raggiunto da diversi personaggi provenienti dalla madre patria, curiosi dei suoi esperimenti antropologici e filosofici. In realtà la narrazione, infarcita di citazioni, rimandi letterari, ci racconta un mondo desolato, dove il povero August risulta un personaggio quasi patetico, nella sua convinzione di poter sottomettere alle sue idee trasgressive gli indigeni, i compatrioti, gli avventurieri che solcano quelle remote spiagge del Pacifico. La Germania, l’Europa, il cosiddetto mondo civile appaiono lontani e quasi sfocati, mentre le noci di cocco, una vegetazione lussureggiante, le canoe come unico legame con la terraferma, le spiagge assolate e il caldo tropicale, le zanzare, le malattie da contagio e da denutrizione, l’ossessione della solitudine, la condizione fisica allo stremo rendono la vita di questo singolare Robinson Crusoe un misto di primitivismo e di follia.
La prosa di Kracht è scorrevole e la lingua piena di interessanti riferimenti alla cultura tedesca e mitteleuropea, con la sua letteratura, la musica, la politica, la filosofia, dalle quali il protagonista tenta di fuggire, costruendo un mondo ai confini della civiltà, mondo però destinato al naufragio, anticipando metaforicamente la fine dei valori di riferimento della Germania e dell’intera Europa all’inizio del ventesimo secolo.
Malgrado lo sforzo dello scrittore, il romanzo finisce per essere troppo lungo e troppo denso, alla fine ripetitivo e nel finale leggermente scontato, anche se molte pagine sono realmente scritte con grande maestria.
Imperium: Roman
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