Intendo rispondere
- Autore: Arturo Buongiovanni
Una sorpresa, un punto di vista assolutamente diverso da quelli a cui siamo abituati nei libri che parlano di mafia e camorra, questo esordio narrativo di un avvocato che ha seguito a lungo casi di pentiti che dopo una serie di delitti terribili e nefandi, hanno scelto, per motivi diversi, di collaborare con la giustizia, divenendo pentiti, ai nostri occhi, e infami, agli occhi di quanti saranno catturati e processati per le loro denunce.
Protagonisti della storia che Buongiovanni ci racconta sono Ferdinando, il pentito, e il giovane magistrato Armando D’Alterio. Quella che leggiamo non è una fiction televisiva nè un romanzo thriller, è la cronaca dettagliata e tragicamente appassionante di cosa avviene quando finalmente, dopo dubbi tormentosi, lunghe veglie notturne, convulse telefonate con il giudice, incertezze sul destino futuro della propria famiglia, finalmente il pentito accetta di testimoniare in tribunale contro gli assassini suoi ex compagni di strada. La durezza della condizione di clandestinità, il terrore delle rappresaglie, la paura che i propri parenti vengano sterminati sono la condizione esistenziale di uomini che, talvolta, non ce la fanno più. Ferdinando, il nostro protagonista, ha tre motivi che lo spingono a saltare il fosso: l’amore totale per la moglie Anita, una piccola eroina, madre di Luca e di Andrea, appena nato con una grave patologia; il rispetto e l’affetto per l’ispettore Auricchio, suo compaesano e amico di suo padre; ma forse, soprattutto, la straordinaria forza d’animo che riesce a comunicargli il giudice che lo ha lentamente convinto a deporre. Il libro è costruito con brevi e intensi capitoli, che ci fanno seguire i protagonisti in un forsennato correre tra Napoli, Torre del Greco, Torino, Spoleto, il carcere di Paliano, dentro macchine blindate o cellulari per il trasferimento dei detenuti, in compagnia di uomini delle scorte sempre in tensione fino allo spasimo, nelle celle delle carceri, nell’aula di tribunale costruita nel carcere di Poggioreale, dove si svolgono i processi di mafia e camorra in un clima incandescente e violento. Tutti i personaggi della storia rimangono impressi nella nostra immaginazione, tanto gli assassini, che ci si mostrano nelle loro debolezze e nei loro tragici percorsi esistenziali, quanto gli uomini delle istituzioni, costretti a confrontarsi con fiumi di sangue di cui sono piene le testimonianze dei pentiti senza poter mostrare mai momenti di debolezza. Libro forte, duro, ma pieno di una profonda umanità nel modo in cui l’autore è riuscito a presentarci il buco nero in cui parte del nostro paese è sprofondato.
Recensione a cura di Elisabetta Bolondi
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