Invisibile di Danielle Steel

Un muro che si costruisce poco alla volta; è questa l’immagine che viene in mente leggendo il nuovo libro di Danielle Steel Invisibile (Sperling & Kupfer, 2025, trad. di Berta Maria Pia Smiths-Jacob).

Antonia è una ragazza in gamba, solo che non lo sa. Il motivo? Lei è il frutto (inatteso e, soprattutto, indesiderato) di un passione sbocciata in fretta. Così in fretta che nessuno dei due amanti ha capito che non avevano futuro, se non a letto. E forse nemmeno lì.
La madre li ha abbandonati quando lei era una bambina e il padre si è gettato a capofitto negli affari. Certo, da un po’ di tempo lui ha ritrovato l’amore, ma per Antonia non è rimasto nulla. Antonia è diventata invisibile. La cosa triste? Antonia aveva appreso quella “capacità” come l’unica difesa, come se lei meritasse tutto questo. Antonia si getterà nei libri, nelle storie di fantasia. E poi i film… fin da ragazzina, sgattaiolava ogni sabato al cinema per vivere, o meglio respirare, le store narrate sul grande schermo.
La vita la porterà a Hollywood. Non nei panni di attrice ma solo con un lavoretto estivo che nulla ha a che vedere con gli attori che le hanno donato tante emozioni in passato. Poi, però, qualcuno la nota e decide di affidarle una particina in un film. Pochi istanti, neppure una bautta; eppure Antonia buca lo schermo. E quella potrebbe essere la grande occasione per levarsi di dosso il mantello dell’invisibilità.
Lieto fine, dunque? Così parrebbe. E se la nostra amasse così tanto la sua invisibilità da desiderare, di punto in bianco, di tornare nell’oblio?

Danielle Steel torna con la sua penna colma d’inchiostro distillato da un cuore che riesce, sempre e comunque, a emozionare. D’altronde se viene definita l’autrice da un miliardo di copie vendute un motivo ci sarà, giusto?
Uno stile che ha conquistato e continua a conquistare cuori e menti, persone e non personaggi che si siederanno di fronte a noi e ci racconteranno lo loro storie. Storie colme di gioia e dolore, di sogni e paure, di quotidianità che a volte ci sembrerà la nostra. Uno stile che sa d’empatia, che chiede soltanto un po’ d’ascolto e dona tantissimo, in cambio.
Un libro che definirei universale; chi ha sempre snobbato i romanzi non faccia l’errore di evitare questa piccola gemma. Vale davvero la pena donarle qualche ora del nostro tempo, credetemi.