Io, Anna di Elsa Lewin

Un vero thriller metropolitano, duro e spietato, scenari decadenti e ambientazione soffocante, in cui i personaggi si muovono come disperate caricature delle loro reali personalità, inseguendo sogni, rimpianti, figurandosi sempre una vita migliore.

La protagonista, Anna, si presenta nelle prime pagine raccontando la sua dolente esperienza di donna divorziata lasciata in difficoltà economiche ad occuparsi di una figlia adolescente, che l’accusa di aver fallito la sua missione di moglie e di madre.
Frequentando party per single, abbandonandosi quasi senza volontà ad incontri squallidi con personaggi che vengono dipinti nei loro più disgustosi particolari, Anna si trova a commettere un omicidio.

Quasi in trance, riuscirà a sgusciare tra i vari poliziotti già presenti sul posto e a ritornare a casa sua, dove dimenticherà totalmente l’accaduto, cancellandolo dalla sua coscienza.

Ma l’ispettore Bernstein ha notato un particolare, durante il sopralluogo, un ombrello giallo: e da quel particolare, saprà risalire per varie vie, all’identità di Anna.
Durante la loro reciproca frequentazione, i due scoprono che potrebbero insieme colmare i vuoti delle loro travagliate esistenze e risalire la china della desolazione per poter cominciare una nuova vita: una vita migliore, appunto.

Sarà tuttavia Anna, la donna che si è sempre sentita perdente, che sarà capace di prendere l’unica decisione che vede possibile per risolvere i suoi problemi.
Personaggi amari, disperati e usati dalla vita, che si tengono a galla ricorrendo a sotterfugi e inganni, che vivono in questo mondo così angosciante e cupo cercando di essere felici: cercando comunque una ragione che li convinca che vale la pena vivere.

La protagonista esprime nella sua dolente incapacità di vivere il suo desiderio di rispecchiarsi negli occhi di un’altra persona, perchè crede fermamente che si ha motivo di esistere quando si è importanti per qualcuno, quando c’è un’altra persona che ci ama, che si preoccupa per noi.

Ma quando siamo stati traditi e poi buttati da parte, quando è così difficile provare a ricominciare, quando gli anni avanzano e non c’è più l’ingenuità e la fiducia dell’età, allora, pare dire Anna, non c’è davvero più nessuna ragione.
Allora, niente ha più senso e tutti, anche una persona come Anna, davvero tutti possono diventare assassini.