Io sono Achille di David Malouf

Io sono Achille di David Malouf, autore dallo stile superbo e toccante, è un romanzo breve ma densissimo che riprende un particolare episodio dell’Iliade di Omero e ce lo presenta da un punto di vista particolare, assolutamente umano e profondo, rendendo vicinissimi al lettore i personaggi dell’epica antica.

Le vicende principali sono conosciute più o meno da tutti. La guerra di Troia, i suoi protagonisti e il suo epilogo sono arcinoti e Malouf vi si attiene fedelmente, popolando il proprio romanzo con i personaggi omerici che si fronteggiano più o meno direttamente sul campo di battaglia. Nello specifico, l’episodio che interessa l’autore australiano si ritrova nel libro XXII: dopo la morte di Ettore, il padre Priamo, re di Troia, vuole riavere la salma del figlio per onorarla con una sepoltura degna di lui. Ettore è stato ucciso da Achille, che ha voluto vendicare la morte dell’amico Patroclo. Accecato dall’odio, l’eroe dal piè veloce ha abusato del corpo della sua vittima, trascinandolo dietro a un carro per le terre polverose che conducono al campo greco e non ha alcuna intenzione di restituire il cadavere. Ma l’amore paterno non si vince tanto facilmente: Priamo riceve in sogno i consigli della divinità e sveste i panni da re per indossare quelli più umili e dimessi da genitore, recandosi senza scorta nè armi nel covo del nemico in guerra. Pregherà per riavere ciò che resta del figlio e rinuncerà al rancore, invocando la pietà di Achille e promettendogli il perdono.

Il viaggio dell’anziano reggente di Troia viene seguito passo passo da Malouf, che ne dipinge dolcemente i tratti, il dolore, il sentimento e la speranza. L’anziano è come un bambino che muove i primi passi, il re è come un popolano vissuto fino a quel momento fuori dal mondo: Priamo commuove prima noi di Achille, e anche lo spietato eroe greco ci tocca il cuore quando, trovandosi faccia a faccia con un uomo - soltanto un uomo, senza titoli nè un nome troppo noto e scomodo - padre come lui, condannato agli scontri e a una fine certa e destinato a piangere per la perdita di chi gli era più caro, ritrova l’uomo che è dentro di sè.