Iskander. I miei primi venti racconti
- Autore: Alessandro Borgotallo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Alessandro Borgotallo nasce a Mondovì dove risiede con la famiglia. Avvocato penalista e Vice Procuratore Onorario presso la Procura di Cuneo, è giornalista pubblicista ed appassionato di storia locale. Dopo aver pubblicato Guarda dove nasce il sole, Quel treno da Mondovì a Bastia, La ferrovia dei pionieri monregalesi, pubblica Iskander. I miei primi racconti, una raccolta di venti racconti di grande fascino e di buona sapienza narrativa.
Un caleidoscopio di storie, alcune nostalgiche e melanconiche, altre più vive ed esuberanti sull’onda di un passato neanche troppo lontano, ma profondamente differente dall’attuale. Un vissuto che risente pesantemente del vissuto stesso personale di chi sta scrivendo: dalla descrizione, affettuosa e sentita, della propria città di provenienza, Mondovì, piccola cittadina in provincia di Cuneo, di cui si racconta la vita dura, semplice, ma intessuta di ottimi valori. Uno sguardo malinconico, che induce alla tristezza, come quando in una vecchia stazione di provincia si guardano i treni partire e si muta sembianze, divenendo:
un pittore o un vagabondo. Al massimo una di quelle figure anacronistiche che, con un martello dal manico esageratamente lungo, passavano in rassegna i freni dei vagoni, picchiettando le ganasce, qua e là. E io che vorrei cogliere arrivederci accennati dai finestrini e sentire voci sgolarsi fino a che nessuno le sente più… il treno è già lontano e un brivido nervoso mi attraversa: un senso di tristezza e di partenza mi consegna la sera d’autunno.
Di racconti in racconti, istantanee di vita sofferta, ma profonda, intima ed intimistica, palestra di cammino e di insegnamento, perché le persone:
perbene non sono ingenue. Né stupide. Né tanto meno indifese. Anzi, talvolta, sono così miti e pacifiche da apparire forti come rocce. E allora meritano ben più del denaro. Gli si deve rispetto e una stretta di mano.
Sul filo comune della memoria:
Ricordo però il canto stanco dei grilli, rotto da quelle parole. Pesanti, pesantissime: “la memoria non la fanno le pietre: La fanno i nostri figli. (…) creature senza passato ed è in questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso". L’esistenza differente degli alpini, delle popolazioni montane, ma anche i testimoni che affollano le aule di giustizia e non solo. E poi i ricordi mai dimenticati di vecchi vinili e partite di calcio, e di cibo gustoso come:
I Tajarin di Michela e l’immancabile trota di Beppe, anzi alla piemontese: la trutttta. Pietanze semplici e gradevoli. Una cena che faccia passare le inutili malinconie della vita.
Flash veloci, istantanee su un mondo passato, da riscoprire e vivere “un modo per ricordare da dove veniamo e, magari, riflettere su dove andiamo”.
Una lettura che richiama, per contenuti e spessore narrativo, i racconti di Mario Rigoni Stern, e che trascina il lettore con vivida emozione e sentimento.
Iskander. I miei primi venti racconti
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Un libro perfetto per...
chi ama il mondo della montagna, degli alpini, il ricordo della guerra, così duro e sofferente, ma anche quello dei vinili e delle aule giudiziarie.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Iskander. I miei primi venti racconti
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