Kafka sulla spiaggia
- Autore: Murakami Haruki
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2008
Avvertenze prima dell’uso: aprire questo libro è come aprire un sogno, nel quale vieni condotto per mano in modo dolce e apparentemente innocuo, ma che diverrà labirintico, soffocante, claustrofobico per poi ricadere nella catarsi pura, nell’unica via d’uscita dal delirio necessario del flusso delle cose.
La vicenda narra parallelamente le storie di due personaggi: Tamura Kafka, il “quindicenne più tosto del mondo” che si ritrova, il giorno del suo compleanno, a compiere la difficile scelta di fuggire di casa; Nakata, simpatico vecchietto reso “stupido” in seguito a un incidente dalle origini inspiegabili accaduto durante la guerra mentre con la scuola stava facendo una escursione. Nakata in seguito a questo incidente ha la mente svuotata come una “tabula rasa” e gli è rimasta la sola capacità di parlare con i gatti, ma come Tamura, fugge da un tremendo delitto.
Una volta intrapresa la strada di questo libro, è difficile non rimanerne stregati. In quest’opera (come del resto in tutta la tendenziale narrativa di Murakami) non conta dividere il reale da surreale, l’onirico dal concreto poiché vi è una perenne e imprescindibile compenetrazione di queste componenti e l’unica cosa che rimane da fare è lasciarsi travolgere dal flusso.
Moltissimi sono i personaggi che si snoderanno durante il corso della storia: alcune sono persone e altri saranno “spiriti viventi”, altri ancora animali. Ciò che conta, sempre, è che non importa capire dove sia il confine tra reale e irreale, perchè ciò che conta è il percorso, il motivo del percorso e l’evoluzione che il percorso farà vivere ai personaggi.
“...qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell’alba”
Il cammino di Tamura Kafka sarà un cammino di cambiamento e iniziazione. Per scontrarsi con il cambiamento sono necessari dei passi che irrimediabilmente il destino lo porterà a compiere. Sarà necessario guardare in faccia la morte, ai confini del mondo, al limite più estremo, per poter poi emergere e riprendere a respirare.
Il cammino invece di Nakata lo conduce a portare a termine il suo compito nel mondo; la morte poi sarà percepita e vissuta come punto di arrivo naturale e logico nell’ordine delle cose.
Per entrambi la fuga sarà l’occasione per arrivare ai confini del mondo. In ogni caso se ne esce cambiati e il mondo non sarà più lo stesso.
Murakami mischia elementi della cultura giapponese con elementi della cultura e filosofia greca e occidentale (numerosi riferimenti ai filosofi greci, a Hegel e Freud) in un viaggio cosciente nell’incoscienza. “Nei sogni cominciano le responsabilità”: il piano del surreale è in grado di cambiare il piano della realtà. Resistere al flusso sarebbe innaturale e il percorso necessita quindi di un adeguamento spirituale e al contempo fisico.
“Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.“
Kafka sulla spiaggia
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Grazie per i vostri consigli di lettura, vi datemi voglia di leggere Stephen King e Murakami che conosco solo di nome. Per la parola risurrezione/resurrezione, avreì scelto la seconda per la somiglianza con la parola francese: "résurrection" ma se le due sono accettate, nel mio vocabolario trovo sola quella con "i". 🤷