L’Isola che c’è di Susanna Tamaro

Il nostro tempo, l’Italia, i nostri figli

Chi non vorrebbe scappare su un’Isola felice e dimenticare le tante controindicazioni del mondo moderno: dalle contraddizioni dell’economia ai disastri ambientali? Un atollo in cui tutto è regolato dalla libertà, dove si vive per la comunione, per l’amore, ed in cui esiste ancora un’educazione “sentimentale”
Per Susanna Tamaro, questo luogo ideale c’è o almeno ci potrebbe essere.
Non vi aspettate un romanzo o una serie di racconti però. “L’Isola che c’è” è infatti una raccolta degli interventi fatti dalla Tamaro su vari quotidiani a cui si sono aggiunti degli inediti, il tutto tenuto insieme da un filo conduttore forte: un punto di vista che guarda al nostro tempo, all’Italia, ai nostri figli in maniera critica ma, al tempo stesso, propositiva.

Ne è un bell’esempio l’articolo “La forza della mitezza”, che è un po’ la demolizione di quell’arma a doppio taglio, usata ed abusata, che è la “tolleranza”, parola che va spesso a braccetto con “perdono”.
Così si scopre che la tolleranza non è altro che uno dei baluardi della società attuale, pervasa da un perbenismo moralistico, ma sotto sotto cinica e spietata. Una sorta di panettone dolce e colorato fuori con un cuore amaro dentro. L’antidoto a tutto questo è invece la presa di conoscenza della nostra fragilità, che dovrebbe suggerirci una maggiore apertura verso il prossimo, anziché semplicemente tollerarlo.
Od ancora l’articolo sulla gogna mediatica, strumento di sollazzo per gli amanti del gossip, ma arma mortale – si pensi alle vite bruciate di Walter Chiari, Lelio Luttazzi, Enzo Tortora – per chi si trova nel suo mirino.

Pubblicato da Lindau a fine 2011, L’Isola che c’è di Susanna Tamaro è un libro che spazia dagli sprechi alimentari alla vivisezione, dalle contraddizioni della società industriale al consumismo del sesso.
Tutti mali, purtroppo, che conosciamo bene.