L’aborto. Una storia romantica di Richard Brautigan

“Quando la sua testolina mi toccò, sentii il sangue saltare in avanti, e i miei muscoli e i miei nervi tendersi tutti come fantasmi verso l’avvenire.”

All’indirizzo 3150 Sacramento Street, 94115 San Francisco, California esiste una biblioteca ben strana, oserei definirla unica nel suo genere. In questa biblioteca vengono raccolti solo i manoscritti che non sono mai stati pubblicati, inediti e senza speranza. Romanzi e saggi che nessuna casa editrice ha voluto pubblicare. Sono gli stessi autori che li consegnano, a qualsiasi ora del giorno e della notte, e scelgono da soli lo scaffale dove sistemarli. Anziani, giovani e bambini si recano dal bibliotecario, il quale li accoglie, scambia due chiacchiere con loro e compila una scheda di catalogazione. Il bibliotecario di cui ci interessa svolge il suo strambo lavoro da circa tre anni quando, una notte, a bussare alla porta della biblioteca con un manoscritto sotto il braccio è Vida. Vida è una donna che fa girare la testa, vittima del suo corpo perfetto, la più bella creatura che il bibliotecario abbia mai visto. Tra i due scoppia subito l’amore, il sentimento, l’innamoramento e in breve tempo non riescono a fare più a meno l’uno dell’altra. Dopo poco Vida si accorge di aspettare un bambino, ma la coppia non si sente pronta ad avere un figlio e decidono di partire per Tijuana, Messico, per l’interruzione della gravidanza.

“L’aborto. Una storia romantica” viene edito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1971. Richard Brautigan, genio della controcultura californiana, scrive un libro originalissimo, surreale e poetico, pieno di sentimento e speranza, su un argomento che sulle prime potrebbe suscitare sgomento e persecuzione. L’autore ci descrive l’amore fra due persone, l’esperienze a cui porta, a volte impreviste e dolorose, ma dalle quali può scaturire un cambiamento, una crescita e, di conseguenza, una nuova vita.

Un libro delicato anche nelle descrizioni più crude, troppo breve, o meglio, che finisce troppo presto. Prima di ricominciare a leggerlo daccapo, per esser sicuri di non esserci persi nemmeno una parola, è caldamente consigliato accendere lo stereo ed ascoltare Rubber Soul dei Beatles. Di colpo siamo lì con Vida ed il suo bibliotecario.

“Troppi forse a questo mondo e troppe poche persone.”