L’alibi perfetto di Jayne Cowie

La scrittrice Jayne Cowie in L’alibi perfetto (Fanucci, 2023, trad. Francesco Vitellini) immagina un futuro prossimo in Gran Bretagna il problema del femminicidio viene risolto con una legge creata ad hoc.
Introdotta nel 2023, dopo che Susan Langue, una deputata del parlamento britannico, era stata uccisa per strada da un ex fidanzato, la Legge sulla prevenzione del femminicidio, nota anche come legge “Coprifuoco”, rinchiude gli uomini nelle loro case durante la notte, a essere precisi dalle sette di sera fino alle sette di mattina.
E a verificare che non escano di casa provvede il “tag”, uno strumento elettronico imposto a tutti i maschi a partire dai dieci anni di età che rileva la loro posizione e avverte la polizia nel caso questi escano di casa.
A stabilire, inoltre, la superiorità delle donne sugli uomini, che, costretti a una sorta di coprifuoco, vedono limitate le opportunità di lavoro, provvede l’abolizione del divario salariale tra i sessi e provvedimenti a favore della maternità.
Insomma, per le donne un mondo perfetto dove non devono più temere di tornare a casa da sole, perché tutti gli uomini sono stati schedati elettronicamente e non possono uscire la sera e la disparità salariale e di carriera è stata cambiata in loro favore.
Eppure, questo sistema non ha reso la vita più semplice a tutte e tutti.

Sarah è una madre single il cui marito, Greg, incarcerato per aver violato il coprifuoco, sta per essere rilasciato, quando lei vorrebbe vederlo marcire in galera. Cass, la loro figlia adolescente, detesta vivere in un mondo che limita la libertà dei ragazzi, come quella del suo migliore amico Billy, e non può vivere con suo padre, allontanato da casa perché colpevole di un’aggressione contro sua madre.
Helen, invece, desidera tanto essere madre e ha richiesto un Certificato di convivenza con il suo ragazzo, Tom, perché lo ama e vuole avere una figlia da lui, ma è terrorizzata all’idea di non ottenere questa autorizzazione.
Intanto, in un parco nel cuore della notte una donna viene uccisa in modo violento e dagli indizi Pamela, un agente di polizia prossima alla pensione, sospetta che l’omicidio sia opera di un uomo, una verità difficile da accettare pubblicamente in una società che si basa sulla “Legge sulla prevenzione del femminicidio”.

Incalzante, provocatorio, intenso, in questo libro l’autrice, Jayne Cowie, affronta un tema attualissimo e ipotizza una possibile soluzione al problema nonché i suoi effetti, calando la storia in una ambientazione che ricorda molto un’altra grande opera della fantascienza britannica, Il Grande Fratello, per l’utilizzo invadente della tecnologia nella vita privata e la sensazione di una società opprimente forzosamente collettivistica.
E soprattutto per il suo finale spiazzante.

L’alibi perfetto è un thriller distopico e femminista che vuole porre l’attenzione sulla violenza subita dalle donne da parte degli uomini, suggerendo delle proposte che, si spera, non vengano mai attuate, visto il clima da caserma che si verrebbe a creare.
O forse sarà proprio così che in futuro vivranno gli uomini? Perché a volte la fantascienza anticipa il futuro. Al lettore l’arduo giudizio.