L’amante della tigre
- Autore: Téa Obreht
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2011
Romanzo d’esordio di Téa Obreht, nata nel 1987 a Belgrado, dalla quale scappò a seguito della guerra nei Balcani nel 1991, fuggendo prima in Egitto e poi negli Stati Uniti dove si è stabilita con la sua famiglia. “Con L’amante della tigre” ha vinto l’Orange Prize, il prestigioso premio letterario riservato ai romanzi in lingua inglese scritti da donne. Un romanzo fedele alla cultura balcanica, come lo sono i libri e i film di Emir Kusturica. L’orrore della guerra e i suoi sconvolgimenti si alternano a narrazioni fantasiose e misteriose di antiche superstizioni, portandoci in un mondo dove la morte convive con i vivi.
In questo suo primo lavoro letterario l’autrice torna indietro nel tempo descrivendo la guerra nell’ex Iugoslavia degli anni Novanta, i massacri nelle città di Brcko e Srebrenica e, tra allegorie e metafore, allontanando le violenze e gli orrori di quegli anni difficili, conduce il lettore in una fiaba d’altri tempi. La voce narrante, Natalia, racconta della sua terra e di quanto fosse magica, della guerra civile, della sua famiglia e del rapporto speciale con il nonno, l’unico uomo che le avesse reso la vita da bambina una favola e della sua passione per le tigri che amava andare a vedere allo zoo.
“Nei miei ricordi il nonno è calvo come un uovo e mi porta a vedere le tigri. Si mette il cappello, l’impermeabile con i grossi bottoni; io indosso le scarpe di vernice e il vestito di velluto. È autunno e ho quattro anni”.
Natalia è un giovane medico, proprio come suo nonno, una donna razionale che non ama le superstizioni e nemmeno la musica popolare dei suoi avi; preferisce i brani di Bruce Springsteen e le ballate di Bob Dylan e Johnny Cash. È fuori città impegnata a portare medicinali in un orfanotrofio vicino al confine quando apprende della morte del nonno. La guerra è terminata da quasi un decennio e ha lasciato sul campo bambini ossessionati dalle bombe, miseria, fame, mine inesplose e famiglie che scavano ancora dopo anni nei campi alla ricerca dei corpi dei propri cari. Natalia avverte il peso della drammaticità di quella vita ed è impegnata nell’aiutare chi ne ha bisogno. Quei giorni per lei saranno speciali. Ricorderà i racconti del nonno lungo le strade del suo Paese, che la riporteranno a casa. Rivivrà la storia della sua terra attraverso i periodi più importanti della vita del nonno: l’infanzia povera, il suo impegno nell’esercito durante la seconda guerra mondiale, poi come professore universitario e, quando venne espulso per motivi politici, il suo dovere come chirurgo obbligato a seguire i suoi pazienti in segreto, e il grande amore per la nonna.
“Tutto ciò che serve per capire il nonno è racchiuso in due storie: la storia della moglie della tigre e quella dell’uomo senza morte. Queste storie scorrono come fiumi segreti attraverso tutte le altre della sua vita. La prima storia, che ho conosciuto solo dopo la sua morte, è la storia di come divenne uomo; la seconda me la raccontò lui e parla di come tornò bambino”.
La tigre e l’uomo sconosciuto saranno le due storie fantasiose e labirintiche che Natalia seguirà nel ricordo dei luoghi e della storia del suo Paese. Il nonno era cresciuto, senza genitori, con Mamma Vera in una casa di pietra in un villaggio, tra le difficoltà di una vita di stenti, con in tasca il suo libro prediletto “Il libro della jungla”, dono del farmacista, quando si era ammalato mangiando foglie di oleandro. Un libro che non abbandonerà mai, nemmeno quando, medico, un oscuro sconosciuto chiamato “l’uomo senza fine” lo vinse per una scommessa. La tigre, invece, venne avvistata la prima volta sulle montagne di Galina quando era piccolo e i racconti che seguirono erano che l’animale, come un demonio, vagasse sulla neve in cerca di prede. Era il 1941 e i bombardamenti tedeschi colpirono le mura della città e lo zoo. Nei giorni che seguirono, la tigre impazzita e assetata iniziò a mangiare le sue gambe, e dopo aver preso vigore, vagò per settimane senza meta lungo le rive del Danubio e tra le montagne, nascondendosi lontano dai villaggi. La sua storia divenne una leggenda. La stessa leggenda che ritornò a essere mormorata tra la gente con la guerra serbo-croata. Una tigre era fuggita dalla zoo dopo il bombardamento di Belgrado e vagava tra le montagne insieme ad una donna, chiamata “la moglie”, l’unica che riuscisse ad accarezzarle il muso. Una bellissima metafora sulla sua terra aggredita, martoriata e insanguinata che si risolleva per ricominciare. Il viaggio che Natalia compierà nel tempo la porterà a comprendere, sia pur nel dolore, le sue radici e le antiche leggende che si tramandano.
Con il suo stile narrativo a giochi d’incastro, “L’amante della tigre” è una seducente e personalissima storia che non lascia indifferente il lettore.
L'amante della tigre
Amazon.it: 12,34 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amante della tigre
Lascia il tuo commento