L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder

Una zanzara dura un giorno, una rosa tre giorni. Un gatto dura tredici anni, l’amore tre. È così. C’è prima un anno di passione, poi un anno di tenerezza e infine un anno di noia.

Questa frase lapidaria appare nel quinto dei quarantacinque capitoletti di cui è composto "L’amore dura tre anni" e dà il senso dell’ineluttabilità della fine di ogni amore, anche il più travolgente della nostra esistenza umana.

La tesi di Beigbeder, autore francese di romanzi e racconti, si basa su motivazioni biologiche, biochimiche, statistiche e chi più ne ha più ne metta, raccolte e studiate in ben sessantadue paesi del mondo, dalla Finlandia al Sudafrica, dall’Egitto alla Francia. Un esempio vivente di ciò è la vita di Marc Marronnier, una sorta di alter-ego dell’autore del libro, figlio della Parigi bene, dedito alla vita mondana ed ai suoi vizi, che ritroviamo sposato ad Anne, una ragazza irreale, di una bellezza luminosa, quasi impossibile. Allo scoccare del terzo anno di matrimonio, Marc inizia una "relazione extraconiugale " con Alice, sposata a sua volta con Antoine.

Bisogna decidersi: o si vive con qualcuno, o lo si desidera. Non si può desiderare quello che si ha, è contro natura. Ecco perché i bei matrimoni vengono mandati in rovina dalla prima che passa. Anche se avete sposato la più bella ragazza del mondo, ci sarà sempre una sconosciuta che entrerà nella vostra vita senza bussare e vi farà l’effetto di un afrodisiaco superpotente. Ora, per aggravare la situazione, Alice non era una sconosciuta qualsiasi. Portava un maglione aderente nero. Un maglione aderente nero può modificare il corso di due vite.

A parte alcune pagine dai contenuti forti e con qualche espressione piuttosto volgare - che comunque fanno parte integrante del personaggio che ci conduce nel libro - si tratta di un testo piacevole, moderno, anche brioso. Ideale per un viaggio in treno o in aereo, compagno di ombrellone o camera in una vacanza all’insegna del relax.

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