L’amore e altre forme d’odio
- Autore: Luca Ricci
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2006
Ho letto questa raccolta di racconti di Luca Ricci per andare incontro al “va bene i Caraibi, ma ci sono così tante belle isole anche qui in Italia!” ebbene: touché. Non avevo mai letto un libro scritto da un mio concittadino!
Ho cercato di porre rimedio con Luca Ricci, pisano, autore di questa snellissima raccolta di racconti. E che isole sono?
Che dire, sono belle isole, isolate, assolate e un tantino inquietanti come tutte le isole, compresi i Caraibi.
L’amore e altre forme d’odio (Einaudi, 2006) presenta infatti a raffica spumeggianti ondate di vita coniugale con annessi - all’occorrenza- vicini di casa, bambini figli della coppia (di solito, una bambina), amici, suoceri e consuoceri, commesse di negozi di intimo, ma la maggior parte delle volte, si tratta di:
- marito, voce narrante, annoiato, arrapato, ma con prudenza e con un fondo di micidiale bontà
- la moglie, piuttosto antipatica, infatti a volte è l’ex.
Non sappiamo il nome di nessuno dei personaggi e lo spazio del racconto è così risicato che non c’è tempo nemmeno per capire dove si trovino, in quale città, o paese, né che lavoro facciano, ma del resto sarebbe superfluo.
La sensazione che si ha –certe volte- è che l’autore abbia letto troppo Carver e che ci sia rimasto incastrato. Ci sono parole come sigarette, casse di superalcolici, moglie, nuovi vicini, che ti bisbigliano all’orecchio come sirene fastidiose "Carver, Carver, Carver", però è anche vero che ora non è che nessun autore può mai più scrivere una scena di marito e moglie che invitano amici a bere a casa loro perché Carver ha scritto qualcosa del genere ed è entrato nella leggenda. Infatti, Ricci se ne frega e va avanti con le sue storie e il lettore –come me- lo segue con piacere perché come Carver stesso e tutti quelli che sanno scrivere bene i racconti brevi ha imparato un paio di lezioni fondamentali:
- primo: non tirarsela troppo. Niente pomposità. Nessuna ampollosa pretesa di portare il lettore da nessuna parte tranne che dentro quella striminzita storiella.
- Secondo: DON’T SAY, SHOW IT!
La migliore storia per me è Notte di sole. Ovviamente, si va subito al sodo. L’incipit è:
“Accade la notte in cui era scappata la tigre”
Il lettore è disarcionato, niente giri di parole. Siamo un giovane marito, è notte, è estate, la moglie russa, si esce fuori a prendere un po’ di fresco, una vicina è lì fuori anche lei, in canottiera e mutandine, parliamo con lei, ci piace…
L'amore e altre forme d'odio
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