Gli estivi
- Autore: Luca Ricci
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2020
Gli estivi di Luca Ricci (La nave di Teseo, 2020) è un romanzo incentrato sull’amore, sul matrimonio, sulla difficoltà dei rapporti coniugali, dell’amore fisico, della sessualità fuori e dentro il matrimonio. Ma c’è anche tanto altro in questo libro pieno (a volte troppo) di elenchi, citazioni letterarie e artistiche, interrotte da lunghi soliloqui con se stesso, dialoghi con la moglie Ester e con l’amico editore Lello, che l’io narrante svolge nel corso di quindici calde estati trascorse perlopiù in una villetta e sulla spiaggia infuocata del Circeo.
Il racconto del funzionario Rai che è anche un romanziere parte dai suoi 55 anni, la famosa mezza età, per giungere ai settanta. Una riflessione che percorre tre lustri della vita dell’uomo, un po’ narciso, alquanto inconcludente, infedele da sempre anche se molto legato alla moglie solida e concreta, in un rapporto conflittuale e dialettico che non si interrompe.
Nella prima estate descritta, il protagonista nota un gruppo di ragazze, una delle quali lo colpisce per la sua diafana bellezza: Teresa, questo il suo nome, è in compagnia di Sabrina, ma lui, mancando di coraggio, corteggia quest’ultima, trascurando quella che invece lo attrae, quasi per farle un dispetto. Saranno bugie, dispetti, vendette, la modalità di rapporto che si instaura nel proseguire del tempo fra i due: lei anzi sposerà un suo coetaneo, Arnaldo, quasi a sfidarlo.
Il rapporto irrisolto tra la giovane Teresa e l’attempato scrittore rivela la fragilità emotiva di quest’ultimo, invecchiato, facile alla commozione, incapace di proseguire il romanzo che si è impegnato a scrivere. Gli unici momenti in cui l’uomo sembra vivere una diversa esistenza sono quando sogna a occhi aperti: in fila sulla Pontina, immagina un clamoroso ingorgo di traffico che dura ore, durante le quali la moglie, seduta al suo fianco, lo lascia per unirsi sessualmente ad altri automobilisti anch’essi bloccati nella esasperante coda estiva lungo una strada che porta al mare.
Nel libro si susseguono, un po’ seguendo l’esempio del romanzo Il colibrì di Sandro Veronesi, lunghi e talvolta molto ironici elenchi di persone che fanno parte dell’amato/odiato mondo dell’editoria. Anche Manzini aveva proposto un piccolo libro di simile ironia, Ogni riferimento è puramente casuale, quasi che il mondo a cui gli scrittori appartengono sia in realtà il principale oggetto dei loro acuminati strali. Ecco allora scrittori, editori, lettori, critici divenire nelle pagine di Ricci personaggi caricaturali, mentre lo stesso io narrante si mette in discussione, esibendosi in una performance estiva di fronte a un annoiato pubblico di vacanzieri:
“Certo l’editoria di tanto in tanto pensava bene di battere cassa, recuperando il senso della storia (nel frattempo divenuta perlopiù fiction) e con essa anche un’incredibile fede nell’amore. La cultura bestselleristica aveva riportato in vita le narrazioni fiume da feuilleton […] rispolverando l’armamentario classico degli dei.”
Oltre alla ricorrente vacanza al Circeo, con piccole puntate alle dune di Sabaudia, luogo mitico delle vacanze di scrittori mitici, Moravia, Maraini, Pasolini, ci sono molte pagine del libro che si svolgono a Roma. Le abitudini borghesi del demi-monde della Rai, assiepato intorno al bar Vanni, dove stazionano personaggi noti intorno alla sede dell’azienda e al teatro della Vittorie, oppure in via Cola di Rienzo, luogo dello shopping borghese dove coppie annoiate indugiano davanti a vetrine di medio gusto, mentre un caldo asfissiante che fa sudare e che consuma energie vitali sembra pervadere corpi e menti, fisici e psiche dei personaggi.
Il romanzo non riesce a divenire tragico, pure se mette in scena il suicidio dell’editore Lello che di fronte al fallimento della sua casa editrice non trova altri motivi per sopravvivere a una disfatta personale e culturale.
L’io narrante alla fine è un amante pavido, un donnaiolo poco efficace, un personaggio non simpatico.
Eppure il libro ha un suo perverso fascino, una sua graffiante ironia, una solida cultura letteraria che porta l’autore a scrivere pagine interessanti, letterariamente coinvolgenti. Canetti, Bassani, Carver, Calvino, Ortega y Gasset, Poe si affacciano nella narrazione insieme a coppie celebri, Giulietta e Romeo, Emma e Charles, Renzo e Lucia, che fanno da contrappunto a descrizioni di sesso promiscuo, spinto, disperato, che pure punteggiano la vita di questi ormai anziani personaggi, imbottiti di psicofarmaci e pillole stimolanti. Sembra che Ester, la moglie consapevole e paziente, e Teresa, la ragazza sfuggente e determinata, abbiano la meglio in questo romanzo d’amore, “come idea di impermanenza, alla maniera del Dolce Stil Novo”, come ha scritto il critico Filippo La Porta sulle pagine di "Robinson".
Gli estivi
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