Mabel dice sì di Luca Ricci

Con Mabel dice sì (Einaudi, 2012), romanzo di - udite, udite - poco più di cento pagine (dunque perfetto per chi nella vita “c’ha da fare”) scritto da Luca Ricci, il lettore trova una storia che arriva in punta di piedi e che, senza pretese, si trastulla e si snoda in queste poco più che cento pagine, di cui si diceva prima.

Chi ci racconta la storia è un giovane uomo dalle velleità artistiche che, lasciato il pianoforte per un po’, lavora di notte in un hotel, così, per sbarcare il lunario. Assieme a lui ci sono i colleghi, tra cui appare come un miraggio questa Mabel, inguardabile dipendente ma misteriosa e fascinosa conquistatrice di attenzioni maschili.
La ragazza intesse una serie di relazioni con vari uomini (il direttore, il rappresentante dei materassi, il turista olandese, mah), anche contemporaneamente e per un po’ il nostro narratore non è che ci capisce più di tanto (e non è l’unico). Che fa? Che combina? Chi è? E perché dice a tutti di sì? Tuttavia queste domande non assumono mai la forma dell’interrogatorio o dell’insistenza, ma restano così, lanciate come aeroplanini di carta qua e là, in sospeso, come se non ne valesse la pena, come se non fosse giusto.
Tutto è soffuso e precario: la notte, le camere, le chiavi, l’hotel e i suoi avventori, gli studi mollati, tutto contribuisce ad alimentare questa incertezza, mai inquietante però.

Non so se questo romanzo sia uno di quelli che si dice “d’atmosfera”, di sicuro, non è una storia scritta per parlare della condizione lavorativa del settore alberghiero. E’ proprio una storia semplice e, certo, si ha quasi l’impressione che certi scrittori bisogna che si giustifichino per il fatto di aver scritto una storia e basta. Proprio come la candida Mabel che non dà spiegazioni sul suo comportamento, né delucidazioni.

Ricci, però, non si approfitta della pazienza del lettore e alla fine la storia la chiude con una piccola rivelazione. Una sbirciatina dietro alle tende della casa in cui abita Mabel ce la fa dare, come accade nella nostra vita, con le vite degli altri.