L’anno nuovo per Gianni Rodari è una promessa di futuro. Tutte le filastrocche del maestro della Grammatica della fantasia dedicate all’anno che verrà sono declinate al tempo verbale della speranza e della possibilità.
Attraverso le sue parole Rodari dischiude sentieri da percorrere, strade ampie e inattese.
Nelle sue strofe in rima tuttavia il Maestro di Omegna non si limita a fare promesse, ma elargisce anche una lezione: il futuro ha la forma che gli daranno gli uomini. In questa prospettiva è racchiuso l’augurio migliore per l’anno nuovo che verrà: ogni giorno avrà il sapore che noi gli daremo, la disperazione e la speranza sono racchiuse nel nostro sguardo proprio come nella sfera dell’indovino.
Delle innumerevoli filastrocche di Gianni Rodari ve n’è una, in particolare, che merita un’attenta riflessione ed è una perfetta lettura a Capodanno. Si intitola semplicemente Anno nuovo ma racchiude un insegnamento prezioso.
Scopriamone testo e significato.
L’anno nuovo di Gianni Rodari: testo
Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.
L’anno nuovo di Gianni Rodari: analisi e commento
Link affiliato
Gianni Rodari inaspettatamente esordisce interrogando un indovino. La sua domanda sul futuro ricorda quella posta da Giacomo Leopardi al venditore d’Almanacchi nel famoso dialogo delle Operette morali: Credete voi che sarà felice quest’anno nuovo?
Semplicemente la domanda posta all’indovino in questo caso è: l’anno nuovo come sarà?
Ma la risposta disattende le aspettative perché non è affatto oscura. Quello che l’indovino mostra interrogando la sua sfera magica è che in realtà l’anno che verrà non presenta nessun enigma inconoscibile. Sarà composto di 12 mesi, ci saranno le feste comandate di ogni anno e la settimana sarà composta di sette giorni. Il mago del futuro sembra farsi beffe degli uomini e del loro insopprimibile desiderio di felicità: perché è questo l’aspetto nascosto nella domanda “sarò felice nell’anno nuovo?”.
Il bello e il brutto, osserva l’indovino, è nelle mani degli uomini. Nessuno ha davvero informazioni certe per conoscere i giorni futuri, sembra dire il mago: perché il futuro è racchiuso nelle mani degli uomini e nella forma che costoro gli daranno. I giorni avranno la forma che gli uomini daranno loro secondo la propria felicità e in felicità, ma l’anno avrà lo stesso inizio e lo stesso epilogo dei precedenti.
Forse quello di Gianni Rodari è il miglior augurio, il più promettente, per un sereno anno nuovo: la promessa di farsi artefici del proprio destino, di plasmare il futuro secondo i propri desideri e obiettivi. A ben vedere non ci sono indovini da interrogare, né carte dei tarocchi da consultare, ma dobbiamo solo scrutare nel fondo di sé stessi proprio come insegnava il nosci te ipsum - conosci te stesso - dell’oracolo di Delfi.
Il futuro dipende dagli uomini, credo che non ci sia presupposto migliore per affrontare questo 2023 che già ci attende, appena dietro l’angolo, tra non molto sarà già qui.
Buon anno nuovo!
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’anno nuovo di Gianni Rodari: la poesia augurio di futuro
Lascia il tuo commento