L’anno più bello di Pier Vincenzo Gigliotti

L’anno più bello di Pier Vincenzo Gigliotti (La Rondine Edizioni, 2020) è un libro autobiografico nella cui copertina tutti possiamo riconoscerci e immedesimarci in quella figura di adolescente che, seduto su un muretto, guarda verso un futuro carico di speranza e di sogni che si espandono nell’azzurro del cielo e del mare. La storia è ambientata negli anni ’80 e ha per protagonista l’autore e i suoi compagni di classe, che frequentano l’ultimo anno della scuola media Pascoli, in una città di provincia del Sud.

Quello che succede in questo lembo d’Italia appare, agli occhi del gruppo di amici, come qualcosa di straordinario, insperato e improvviso, che consente loro di immaginare di poter cambiare le sorti della propria città e rimuoverla dalla sua marginalità. Nell’anno dei mondiali di calcio che diedero all’Italia la vittoria, la loro squadra del cuore entra tra le quattro finaliste della Coppa Italia. Ciò li induce a sognare e sperare di poter entrare nelle competizioni d’Europa. Intanto, nel corso dell’ultimo anno delle medie, i ragazzi crescono tra un gioco di Subuteo e gli incontri alla stazione ferroviaria vicino casa, mentre s’intrecciano vicende familiari, storie di bullismo, emozioni e sentimenti adolescenziali. I problemi e le tensioni si smorzano grazie alla scoperta di un mondo adulto vicino, con sani principi morali, capaci di trasmetterli con l’esempio e la pazienza. Si scoprono, così, figure rassicuranti tra genitori, professoresse, personale scolastico e un venditore di un bazar, che riescono a farsi complici delle loro emozioni ed aspettative.

Nel racconto s’intrecciano gite scolastiche, la scoperta del primo strumento informatico, il mitico Commodore 64, lunghe attese per poter effettuare una conversazione telefonica, mentre

“oggi, il mondo dei ragazzi è fatto per la massima parte di immediatezza. Tutto ciò che desideri, se ne hai la possibilità, puoi averlo subito. Una fotografia, un desiderio come un’emozione sono tutti racchiusi in un click che aspetta solo di essere azionato. […] A quei tempi, invece, davanti maestosi portoni, si arrestava la speranza di vedersi e persino di parlarsi. Altrimenti, se proprio non volevi arrenderti, avresti dovuto metterti seriamente in gioco, superando barriere sconfinate e muri, a volte invalicabili, fatti di vergogna”.

Ma i sogni e la passione, assieme all’amore, hanno consentito a quei ragazzi di allora di superare difficoltà ed ostacoli e, nelle pagine del libro, traspare una ricetta rivolta ai ragazzi di oggi che invita a guardare fiduciosi il futuro per ricominciare con speranza a riprendere i rapporti di amicizia fatti di sguardi, di giochi e di incontri dal vivo.