L’apprendista di Gian Mario Villalta

Gian Mario Villalta, scrittore eclettico che riesce a passare senza problemi dalla poesia alla saggistica e alla narrativa, con il romanzo L’apprendista (SEM, 2020) è tra i dodici candidati al Premio Strega 2020.

L’apprendista ha due personaggi principali: Fredi e Tilio. I due ci raccontano la loro quotidianità in un piccolo paese, con viaggi introspettivi nel proprio passato.
Fredi è un sacrestano, ex militare ed ex missionario, che sembra continuamente scappare da un passato di cui parla raramente e in modo molto evasivo.
Tilio è, come si definisce lui stesso, l’apprendista sacrestano: si ritrova ogni giorno a fare i conti con le manie di perfezione di Fredi, gesti ripetuti infinite volte sempre allo stesso modo. Sulla sua vecchiaia pesano le dicerie del paese su una storia d’amore che lo riguarda, un lato della vita privata dell’uomo in cui i compaesani si sono sentiti in diritto di entrare e dare giudizi affrettati sulla base di pochissime informazioni.
Le chiacchiere che vanno di bocca in bocca fanno male perché non riflettono i sentimenti di chi quegli eventi li ha vissuti, le circostanze vengono spesso non considerate e anzi travisate.

Con questa storia non è stato un colpo di fulmine, fino a metà della libro ero tentata di abbandonare la lettura, poi la svolta. Nella seconda parte del libro il legame che è nato tra me e i due protagonisti mi è sembrato quasi tangibile, come se fossero parte della mia famiglia. Il finale mi ha molto coinvolto, la costruzione della storia porta a una sincera commozione.