L’arcipelago delle spezie
- Autore: Vladimiro Lecca
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
I quattro lunghi racconti che compongono il libro di Vladimiro Lecca, grande viaggiatore e conoscitore di paesi lontani, ora divenuto scrittore, suggeriscono un mondo favoloso, pieno di sorprendenti scoperte, il mondo delle isole.
L’autore è nato anche lui in un’isola, la Sardegna e sembra quasi che nelle sue pagine si respiri un’aria di lontananza, nello spazio e nel tempo, una sorta di solitudine e di separazione che allude proprio al mare che allontana, divide, ma che costituisce il sogno dell’approdo, dell’arrivo finalmente sulla terraferma. Il sogno di tutti gli esploratori, di quanti hanno cercato nel viaggio per mare la scoperta non soltanto di nuove terre, ma anche della propria anima, del proprio io. Il titolo della raccolta, "L’arcipelago delle spezie", allude al racconto finale, ma li comprende tutti: le isole e i commerci di prodotti rari, piante, frutti, spezie, ma anche la presenza di etnie quasi disperse, di lingue scomparse, di personaggi unici, originali, frutto di una fantasia fertile che appare nutrita di viaggi veri e letterari, di letture indirizzate al gusto per l’avventura, alla scoperta della natura meno consueta, di ambienti molto lontani dai normali itinerari turistici.
Nella prefazione di Francesca Giommi, che apre il volume, si parla di naviganti, viaggiatori, sognatori, si cita Jose Saramago: una sintesi delle tante sollecitazioni che questo piccolo libro propone, facendoci viaggiare nello spazio degli oceani e nel tempo della Storia. Ecco una piccola misteriosa isola al largo della Scozia, dove un ormai anziano professore si ritira alla ricerca del suo passato, vivendo un’irripetibile avventura, che lo riporterà ad una mitica infanzia dimenticata. Un’isola greca,Trapekos, dove torna un uomo, Nikolaos, che l’aveva quasi dimenticata, ma non era stata dimenticata la sua voce, che era rimasta nella testa della vecchissima”regina”, una donna mitica che aveva trascorso tutta la vita sull’isola, divenendone una sorta di protettrice dopo averne raccolto la tradizione e l’eredità storica.
Nel terzo racconto, "L’indigeno bianco", siamo in Francia, nel porto de La Rochelle, dove incontriamo Olivier Brunet, che vive un’esperienza incredibile: sogna in una lingua sconosciuta, che un vecchio santone gli insegna e che si stampa nella sua mente in modo indelebile. Ma a chi appartiene quella lingua? Gli studiosi de La Sorbonne se lo chiedono, finché per caso un vecchio marinaio francese, viaggiatore per anni nell’arcipelago polinesiano, gli dà un suggerimento, che si rivelerà risolutivo. E infine l’ultimo racconto, un piccolo romanzo. Maria da Luz è una bellissima mulatta, nata nell’arcipelago di Sao Tomé e Principe, al largo delle coste africane, dove i genitori avevano una ricca piantagione. Siamo alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso, in pieno colonialismo e la famiglia Braga decide di rientrare a Lisbona, la metropoli amata e desiderata. Il passaggio dalla vita coloniale a quella della grande città sarà traumatica per la ragazza, che presto però studia, diviene maestra, incontra un ragazzo di cui si innamora. Ma la grande storia irrompe nelle loro vite e Josè Augusto viene arrestato ed ucciso dalla giunta militare che ha preso il potere in Portogallo. Per Maria comincerà un’altra avventura, un totale cambiamento: via da Lisbona, accetterà un posto di istitutrice in un’altra colonia portoghese, questa volta l’isola di Melibar, nell’arcipelago della Boa Sorte, detto più comunemente l’arcipelago della spezie…
Insomma, Vladimiro Lecca ci fa sognare portandoci su piccole barche, grandi navi oceaniche, yachts reali, attraverso gli oceani del nostro pianeta, sulle rotte di grandi viaggiatori come Vasco de Gama, alla ricerca di altri mondi, altre lingue, religioni, riti ancestrali. Un’antropologia che si mescola con la voglia di raccontare, di scoprire, di sapere di più di un’umanità che si esprime in tanti modi diversi, che chiede di essere accolta, riconosciuta, accettata.
Il libro di Lecca appare antico, per certe forme espressive, come se volesse rifarsi ai classici, ai grandi maestri della narrativa di viaggio di cui è piena la letteratura anglosassone, ma non solo. Eppure le voci dei suoi personaggi risuonano oggi dentro di noi come un monito, i popoli viaggiano, si muovono, il razzismo non ha più ragione di esistere, la libertà di muoversi è un valore conquistato dai popoli del pianeta e non più negoziabile. La fantasia che troviamo in tante pagine dei racconti di Vladimiro Lecca ci suggerisce che il sogno va inseguito, perché la ricerca della felicità può trovarsi ovunque, in ogni continente, nelle piccole isole, nelle grandi metropoli, purché la dignità degli uomini e delle donne, indigeni, isolani, bianchi, neri, venga riconosciuta e rispettata.
L'arcipelago delle spezie
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Questi racconti aprono una finestra in ogni di noi per vedere che dentro di ogni vita, per piu limitata che puo sembrare, c’e sempre l’inesperato, la sorpresa, che si puo anche vedere come la intecessione divina, che apre possibilita dove non abbiamo mai imaginato. Questi racconti guariscono, e portanno speranza. Grazie Vladimiro Lecca per essere scrittore!