L’arte dell’henné a Jaipur
- Autore: Alka Joshi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2021
L’arte dell’henné a Jaipur (Neri Pozza, 2021, traduzione di Federica Oddera) è il romanzo d’esordio di Alka Joshi. L’autrice, originaria dell’India, si è trasferita negli Stati Uniti con la famiglia all’età di nove anni. Oltre a gestire un’agenzia di pubblicità e marketing, ha frequentato alcuni corsi di scrittura creativa, si è laureata presso la Stanford University e ha conseguito un Master of Fine Art.
Il libro, frutto di dieci anni di scrittura – e di riscrittura –, è un “regalo” fatto alla madre che ha voluto garantire alla figlia quella libertà che lei non aveva avuto a causa di un matrimonio combinato: la libertà di scegliere il marito, se avere figli, se continuare a studiare, quale carriera intraprendere…In breve, la libertà di decidere della propria esistenza.
Nel romanzo l’autrice immagina come sarebbe stata diversa la vita della madre se non fosse stata costretta a sposare, a diciotto anni, un giovane che non aveva mai visto: la sua protagonista, dopo aver abbandonato il marito, trova la propria indipendenza finanziaria e sentimentale.
Mentre l’India, che otto anni prima è diventata un paese indipendente – siamo nel 1955 –, sta cercando di trovare una propria identità, nel piccolo villaggio di Ajar, la giovane Radha è oggetto del disprezzo delle “mangiatrici di maldicenze” che la considerano una “iettatrice”.
Il padre ha abbandonato la famiglia sei mesi prima ed è affogato in una pozza d’acqua, la madre è morta da poco e la sorella maggiore, Lakshmi, che Radha non ha mai conosciuto, è fuggita dal marito violento tredici anni prima e su di lei circolano ancora voci di ogni genere.
Rimasta sola, la ragazza decide di cercare la sorella, ma per farlo deve prima raggiungere il cognato Hari in un villaggio vicino e chiedere il suo aiuto.
Entrambi non immaginano che Lakshmi se la sta cavando bene, è molto ricercata come esperta artista dell’henné nella città reale di Jaipur:
“Io offrivo una gamma di motivi assai complessi, capaci di rispecchiare le storie delle signore alle quali erano destinati. […] Inoltre, prima dell’applicazione, la pelle delle mie clienti con una lozione a base di limone e zucchero, perché il colore durasse settimane. Più l’henné è scuro, più il marito ama la moglie, o così credevano le signore per cui lavoravo, e i miei vividi ghirigori non deludevano mai. Con il tempo erano arrivate a convincersi che il mio henné avesse il potere di riportare nel loro letto un marito scapestrato, o di indurre il loro ventre a concepire un figlio. Ecco perché potevo pretendere una tariffa dieci volte più alta del prezzo richiesto dalle donne di Shudra. E ottenerla”.
Con il denaro guadagnato, è vicina a ottenere ciò che vuole: poter ospitare i genitori in una casa tutta sua, finanziata dalla scrupolosa preparazione di prodotti dai poteri quasi magici: oli, lozioni, henné e, al primo posto, le bustine di erbe anticoncezionali – per le amanti dell’amico Samir, il marito di una delle sue clienti – e i rimedi per liberarsi da gravidanze indesiderate.
La vita ordinata di cui Lakshmi tiene traccia nel minuscolo taccuino che nasconde in una tasca cucita nella sottoveste, viene stravolta dall’improvvisa comparsa del marito e della sorella minore, di cui ignorava l’esistenza. Con una cospicua somma, riesce a sbarazzarsi, almeno temporaneamente, di Hari, che decide di trasferirsi nei bassifondi di Jaipur.
Verso Radha, però, prova sentimenti contrastanti: sente che la ragazza, che ha i suoi stessi occhi verde lago, rappresenta forse la penitenza per la vergogna che ha inflitto alla sua famiglia che, dopo la sua fuga, è stata disprezzata, esclusa dalle cerimonie religiose, dai matrimoni, dalle feste e dai funerali.
Come ogni sorella maggiore, le impartisce una serie di raccomandazioni, le compra vestiti nuovi e, in attesa di iscriverla a una scuola pubblica, le permette di aiutarla, affidandole facili incarichi, ma si sente inadeguata: non avrebbe voluto una simile responsabilità verso una ragazza che le è aliena e familiare nello stesso tempo.
E proprio nel giorno che, dopo l’inaugurazione della sua nuova casa, si sarebbe dovuto concludere in un clima di festa e di speranza, Lakshmi comprende che:
“Il destino mi aveva mandato Radha perché me ne prendessi cura, e io ero riuscita a distruggere anche il suo futuro”.
Tutto ciò che ha costruito con sacrifici e fatica in tanti anni di lavoro sembra ormai irrimediabilmente compromesso, ma una donna dalle grandi risorse riesce sempre a trovare una via d’uscita e la forza per ricominciare.
Nel prologo, narrato in terza persona, l’azione si svolge nel villaggio rurale di Ajar, nell’Uttar Pradesh; si sposta poi, nella prima, seconda e terza parte, nella vivace città di Jaipur, per concludersi, nella quarta parte, alle pendici dell’Himalaya nella zona di Shimla.
Dopo la parte iniziale, la narrazione di Lakshmi, in prima persona, rende ancor più evidente la determinazione della donna nel voler imprimere una precisa direzione alla propria esistenza.
Nel descrivere le situazioni che le due sorelle devono affrontare, l’autrice esplora temi importanti, quali il ruolo della donna nella cultura indiana e le sue contraddizioni, il bisogno di solidi legami familiari, il peculiare rapporto tra Oriente e Occidente – in particolare tra indiani e inglesi – negli anni Cinquanta, il sistema delle caste in India, gli antichi rimedi a base di erbe e il loro posto nella medicina moderna e, soprattutto, l’importanza di poter decidere della propria vita.
Tutto il fascino che l’India esercita sui lettori si concentra in questo romanzo, ricco di dettagli proprio come i motivi dipinti da Lakshmi con l’henné sulla pelle delle ricche clienti. Eppure, il filo della narrazione non sfugge mai dalle mani dell’autrice.
Le sue evocative descrizioni sono una sorta di “impero dei sensi”: i sari dalle tinte vivaci, le intricate decorazioni fatte con l’henné; il tocco delicato degli oli strofinati sulla pelle; i profumi inebrianti dei fiori, dei cibi, delle spezie e dell’incenso; il tintinnio dei gioielli; i motivi ornamentali, i mosaici e i tappeti di seta che abbelliscono i palazzi, l’ombra, la luce e i contrasti dei paesaggi, i colori e i riti legati alle tradizioni religiose…
E poi una “costellazione” di personaggi: il giovane Malik, l’amica Kanta, il dottor Kumar, la giovane regina, la Maharani Latika, e la Maharani Indira, la “più anziana”, lo stesso Hari e sua madre, la saas – suocera – di Lakshmi che viene spesso evocata per il ruolo che ha avuto nella sua formazione:
“Avevo amato quella donna buona, le avevo voluto bene quanto alla mia stessa madre. Passava ore a mostrarmi il modo giusto di cogliere i fiori scarlatti della Butea usati per dare regolarità alle mestruazioni, a insegnarmi a macinare l’erba serpentina abbastanza finemente per lenire una vescica senza bruciare la pelle. Ciò che avevo appreso da lei era divenuto la professione della mia vita. Se ero riuscita a sopravvivere, lo dovevo alla mia saas”.
Ciascun personaggio, che l’autrice muove con singolare varietà e maestria, non solo è delineato vividamente nei suoi tratti fisici e psicologici e condizione sociale, ma è necessario alla trama.
Molti di loro subiscono una trasformazione: rispetto alla situazione iniziale, si trovano nella condizione di mettersi alla prova, di superare ostacoli e situazioni conflittuali, e di diventare persone diverse. Il loro carattere sfaccettato e complesso, a volte contraddittorio e imprevedibile, non smette di stupire il lettore.
Il romanzo è completato da una ricca appendice: Storia dell’henné; La ricetta di Radha per preparare l’henné; Il sistema delle caste in India; La ricetta di Malik per preparare le batti; La ricetta del palazzo reale per preparare la rabri; il Glossario e, naturalmente, i Ringraziamenti.
Con L’arte dell’henné a Jaipur, Alka Joshi si è certamente conquistata un posto importante nella narrativa indiana di lingua inglese che, ripercorrendo attraverso la vicenda di Lakshmi e di sua sorella Radha, un tratto di storia dell’India, per i temi trattati è profondamente moderno e ancorato alla contemporaneità.
L'arte dell'henné a Jaipur
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