L’asso della bottiglia di Gregory “Pappy” Boyington

Il libro raccoglie le memorie del colonnello Boyington, asso della seconda guerra mondiale e sfortunato eroe di guerra. Con un’ottima prosa, l’autore parla della sua esperienza in guerra e della sua straordinaria e sottovalutata carriera militare. Impaziente di arruolarsi, si arruola come mercenario delle “tigri volanti” che combattono in Cina contro i giapponesi, prima ancora della dichiarazione di guerra degli Stati Uniti al Giappone. Con la dichiarazione di guerra, dà le dimissioni come membro della squadriglia e, dopo un lungo viaggio per tornare negli Stati Uniti, si arruola nell’esercito regolare, nonostante l’età superiore a quella prescritta. Viene spedito nel Pacifico, dove organizza con mezzi propri la Squadriglia della “Pecore nere”, soprannome di ripiego perché l’originale Boyighton’ bastard era stato bocciato dalla stampa. Insieme ai suoi uomini, abbatte un gran numero di caccia giapponesi, raggiungendo il record personale di venticinque velivoli abbattuti. Viene però abbattuto e fatto prigioniero dai giapponesi. Fino alla fine della guerra sarà segregato in un campo di prigionia, a soffrire la fame e a subire continui interrogatori da parte dei nemici. In seguito scoprirà che il periodo di prigionia è stato detratto dalla sua paga di ufficiale perché non era ufficialmente in servizio. Finita la guerra, torna a casa ed è acclamato come eroe, ma è una fama effimera che, una volta finita, gli si ritorce contro, perché, essendo stato un personaggio famoso, i datori di lavoro si rifiutano di offrirgli impiego. Vive grazie a qualche lavoro da poco, ricade preda dell’alcolismo, che l’aveva già accompagnato durante la guerra, dalle pagine ogni tanto traspare una profonda amarezza e rabbia, ma gli amici e la sua compagna gli permettono di continuare a vivere, nonostante le difficoltà. E’ un libro ben scritto, interessante, a tratti amaro, a tratti pieno di vita e ironia. Costringe il lettore a porsi quesiti sull’ingiustizia del mondo dell’opinione pubblica e su quanto possa essere volubile, che esalta personaggi celebri fino a quando non li butta via e li abbandona alla deriva. E permette di fare riflessioni col mondo di oggi. Un uomo eccellente come questo, coraggioso, determinato, un eroe di guerra attivo e pluridecorato, è stato osannato dalle masse e poi messo da parte e, se non avesse scritto queste memorie, oggi non potremmo ricordarlo. Le macchiette dei reality e dei talk-show, mediocri, senza talento, finti e inutili, sono destinate allo stesso destino, se non peggiore, dato che a differenza sua, non valgono effettivamente niente? Speriamo di sì.