L’attesa di Gaëlle Josse

“L’attesa” (Solferino 2019, titolo originale "Une longue impatience", traduzione di Elena Cappellini) è il nuovo romanzo della scrittrice e poetessa francese Gaëlle Josse, diplomata in diritto, giornalismo e psicologia clinica, la quale dopo qualche anno trascorso in Nuova Caledonia, si è trasferita a Parigi, dove lavora come giornalista.
“Stasera Louis non è rientrato”. Anne de Quémeneur, vedova Le Floch, un figlio, Louis, sedici anni, nato dal matrimonio precedente, ha sposato in seconde nozze Étienne un farmacista dal quale ha avuto due figli, Gabriel e Jeanne. Una vita più agiata rispetto a quella avuta con Yvon, i traumi e i patimenti subiti durante la II Guerra Mondiale ormai alle spalle, eppure in questo 1950 che apre alla speranza di un domani migliore, qualcosa non va. Louis, minorenne, senza soldi, adolescente un po’ difficile, è andato via. Anne si sente in colpa, perché sa benissimo che Étienne non sopporta più il figlio di primo letto di sua moglie, il testimone scomodo di un’altra vita:

il ricordo permanente che sono stata posseduta da un altro uomo, tutto questo è incancellabile.

La stessa esistenza di Louis impedisce a Étienne di credere che Anne non abbia già avuto un passato sentimentale. Finora davanti a parole che feriscono, graffiano, straziano, a gesti troppo energici, alla tensione, alle scenate, Louis ha taciuto solo per amore della madre. Ma dopo che Étienne ha slacciato la cintura di pelle e picchiato Louis tanto da avere male al braccio, fino a quando l’adolescente gli ha strappato la cintura dalle mani incollando il patrigno al muro, senza dire una parola, Étienne ha intimato al figliastro che l’avrebbe spedito in collegio e nella mente del ragazzo qualcosa è scattato. Basta umiliazioni, l’unica via d’uscita la fuga da un patrigno geloso e ora anche violento. Quella sera stessa Louis è scappato. Adesso Anne si sente in colpa e mentre scruta il mare dal piccolo borgo di pescatori in Bretagna, attende il ritorno del figlio. Quella di Anne è un’attesa dolorosa, perché la madre di Louis si chiede come, quando e dove ha sbagliato. Con il cuore gonfio di speranza, il pensiero rivolto costantemente al figlio perduto, Anne aspetta. E il lettore coinvolto emotivamente da questa straordinaria figura di madre, aspetta con Anne il ritorno di Louis, fino al finale inaspettato e commovente.

Nel romanzo dedicato “A mia madre”, l’autrice, che con i suoi romanzi ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico aggiudicandosi prestigiosi riconoscimenti tra i quali il Prix du Marais, qui tratteggia abilmente un toccante ritratto di donna fragile e forte allo stesso tempo. Una donna che non si arrende ma che allo stesso tempo è disperata, perché non è stata in grado di capire che intorno a lei qualcosa si stava deteriorando e sgretolando, “Sotto i miei occhi”. Ma il grande protagonista del libro è l’amore materno, quello unico, imprescindibile e in grado di superare tutti gli ostacoli.

Ho i brividi e, a malincuore, mi decido a lasciare questo promontorio roccioso dove ho preso l’abitudine di venire, per guardare il mare fino al punto più lontano.