L’autentica vita di Billy the Kid
- Autore: Pat Garrett
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Non racconta probabilmente l’assoluta verità sulla morte del più celebre bandito del West, Henry McCarty o William H. Bonney, per tutti Billy the Kid, ma è la testimonianza diretta di chi l’ha ucciso, un uomo della legge, lo sceriffo Garrett. Peraltro, fa giustizia di tutte le versioni fantasiose sulla sparatoria in casa Maxwell, la notte del 14 luglio 1881, a Fort Sumner, nel New Messico.
Comunque lo si veda, è un significativo documento storico il libro scritto dallo stesso Pat Garrett appena un anno dopo, con la collaborazione del giornalista Ash Upson. È stato edito da poco per la prima volta in Italia, con il titolo L’autentica vita di Billy the Kid (gennaio 2024, collana “Narrativa”, 174 pagine), per i tipi Lorenzo de’ Medici Press, nuova sigla editoriale indipendente, nella traduzione di Aldo Setaioli, che ha curato anche l’introduzione e le note.
Moltissimo si è detto, scritto, fantasticato sul pistolero ventunenne, pluriomicida, capo di una banda pericolosa di fuorilegge, evaso, ricercato vivo o morto con una grossa taglia sulla testa.
Entrato nella leggenda per diversi motivi, è stato letteralmente cantato dal cinema, dalla televisione, nei fumetti. Gli sono state dedicate canzoni, un’ampia saggistica e tanta narrativa. Diverse le biografie, alcune inventate di sana pianta.
C’erano solo Garrett e Maxwell nella camera dove Billy entrò armato e rimase sorpreso, pronunciando “Quien es? Quien es?” (Chi è?, Chi è?). Sulla morte circolarono versioni diverse da questa di Garrett, accennate vagamente in appendice dallo stesso Pat, negli Addenda, per rafforzare la propria. A spingerlo a scrivere e far scrivere (l’amico Upson) fu l’esigenza di sfatare la leggenda fiorita sul bandito, tacitare chi all’opposto lo riduceva a un pendaglio da forca e negare di averlo freddato a bruciapelo.
Anche ad accogliere con cautela la ricostruzione autentica dell’uomo che esplose il colpo di pistola mortale - il primo di due attinse il giovane subito sopra il cuore - non si può non considerare che se si dubita della sua, come si può dare fiducia a tutte le altre, basate su supposizioni, congetture, quando non fantasticherie?
Garrett ritenne raggiunto lo scopo del libro, ma non possiamo tuttavia considerarlo più di una testimonianza agli atti narrativi. Infatti non si tratta di un saggio, tanto meno di un’opera storica, sebbene l’autore abbia insistito nel dichiararlo un resoconto dal vero, fin dal titolo:
“The authentic life of Billy the Kid. Il famoso Desperado del Sud-Ovest, le cui imprese d’audacia e di sangue hanno fatto del suo nome motivo di terrore nel Nuovo Messico, in Arizona e nel Messico settentrionale. Un racconto autentico e interessante”.
Nell’introduzione, Setaioli guida alla lettura e anticipa temi critici di quella ch’è una vita (più che biografia) del Kid, presentata per la prima volta al lettore italiano e verosimilmente il contributo più interessante dei tanti, perché scritto quasi a ridosso dei fatti e dall’uccisore in persona, non un semplice testimone oculare.
A sua volta, anche Pat Garrett è stato celebrato in tanti film, sebbene non si sia diffusa sul suo conto l’aura di leggenda che rende difficile accertare i fatti di Billy.
Patrick Floyd Jarvis Garrett (1850-1908), eletto nel 1880 sceriffo della contea di Lincoln, nel Nuovo Messico, ebbe anche l’incarico di Deputy US Marshal (agente federale aggiunto), che gli permetteva d’inseguire i ricercati oltre i confini dello Stato. Lui stesso era tutt’altro che un santo: a caccia di bufali nel Texas, aveva ucciso nel 1876 l’uomo che dopo una lite lo aveva assalito con un’ascia. Non venne condannato. Si trasferì a Fort Sumner, dove fu barista e poi mandriano per Pete Maxwell. Divenne sceriffo con l’appoggio dell’importante allevatore John Chisum.
Garrett e il Kid si conoscevano, visto che sono stati contemporaneamente nella contea di Lancoin, nel corso della celebre guerra per il bestiame, alla quale il bandito partecipò attivamente. Nel 1908, Pat sarà ucciso in un agguato, non si è mai saputo da chi.
Va ribadito che fu indotto a pubblicare da parte per smitizzare il sensazionalismo intorno alla figura del fuorilegge, dall’altra per contrastare le accuse dei moralisti religiosi, avendo personalmente rilevato aspetti positivi nella personalità di Billy. Ma il motivo principale va cercato nella volontà di difendersi dalle accuse rivoltegli d’averlo ucciso a tradimento. In ultimo, c’era la prospettiva di ricavare utili dalle vendite, integrando la ricompensa ricevuta per il Wanted dead of alive.
Riconoscendosi privo di capacità letterarie, coinvolse il giornalista Marshall Ashmun (Ash) Upson, poi ufficiale di posta e giudice di pace a Roswell. Pubblicato nel 1882, il libro recava solo il nome di Pat, anche se i due divisero i profitti.
La mano di Upson si avverte stilisticamente nella prima parte, di tono epico e ricca di citazioni letterarie.
Dal capitolo XVI il racconto assume la cadenza di un resoconto testimoniale di Garrett, con qualche eccesso descrittivo di luoghi e persone, per tornare avvincente e quasi romanzesco nelle fasi finali: l’agguato in cui morì Foliard della banda del Kid, l’assedio e cattura del bandito a Stinking Springs, la prigionia, la cruenta evasione da Lincoln e gli spari nella casa di Pete Maxwell.
Lo sceriffo dichiara di non provare odio per Billy, pur sapendo che non sarebbe stato risparmiato:
Perché il loro incontro non poteva avere altro esito che la resa, sempre sdegnosamente rifiutata dal Kid o la battaglia.
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