L’eleganza del killer. La nuova indagine di Enrico Radeschi
- Autore: Paolo Roversi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2022
Enrico Radeschi a quota nove: tante sono le avventure nelle pagine dei suoi polizieschi sotto la Madunina. Altrettanti i romanzi in cui lo scrittore Paolo Roversi ha messo in moto il succitato cronista di nera e infallibile hacker informatico - oltre a parecchie altre abilità, qualità e difetti - che gira per le vie di Milano e le strade della Lombardia a cavallo di un inconfondibile Vespone 125 anni ’70, verniciato di giallo con la bomboletta: il Giallone. Il nuovo titolo è L’eleganza del killer, in prima edizione a maggio 2022, come sempre per i tipi Marsilio, un volume di 284 pagine nella collana Farfalle.
In copertina, i curatori della casa editrice veneziana insistono sulla nuova indagine del giornalista che fa la fortuna del sito “MilanoNera” (a fare i soldi ci pensa l’ex allievo Diego, con la provvista pubblicitaria). Ma va detto che molti recensori insistono da un po’ sulla coppia, più che sul singolo.
L’altra metà, non certo in termini di liaison sentimentale, è il vicequestore Loris Sebastiani. Si dividono i romanzi della serie, protagonisti di capitoli alterni: in uno talloniamo passo passo il cronista poco convenzionale, nel seguente riscopriamo le virtù e i vizi del dirigente di polizia in età ma sempre vitale, divorziato ma non single, eccellente investigatore che mordicchia tra le labbra un toscanello dopo l’altro, senza fumarli.
La fedina matrimoniale è tornata intonsa, ma il buon poliziotto teme i legami fissi più di qualsiasi altra complicazione. Non significa rinunciare a un’intensa attività sessuale, è che Sebastiani non ripete, come Paganini. Non concede mai un bis alla bella che lo attizza in un incontro occasionale. Una nottata e via, senza lasciare recapiti e riferimenti. Chiedete all’ultima di turno, Lucy, studentessa venticinquenne di moda. Continuerebbe per ore a rovesciare contumelie sul partner che se l’è svignata mentre era intontita dal brusco risveglio, provocato dalla chiamata della Questura al cell dimenticato acceso.
Loris è fatto così, non cambia. Una tattica collaudata: dopo la notte d’amore, se la fila alle prime luci dell’alba, quando lei dorme ancora, così non deve nemmeno promettere di rivederla e portarla a fare colazione. È attento a svegliarsi per tempo, si muove con cautela al buio, si riveste senza fare rumore. In quei momenti, si comporta esattamente come i ladri che sbatte in galera, se la svigna. E a mai più rivederla.
Quanto all’episodio attuale - nono della saga del Giallone, del cronista e del vicequestore fascinoso e infedele - si apre con un delitto e un’incursione al cimitero.
Nell’ordine, innanzitutto il primo di tre cadaveri. Una Mercedes grigia Classe C - bell’auto - parcheggiata in via Bonnet, circondata da lampeggianti e poliziotti e presto assalita da troupe e giornalisti. Il morto si chiama Giacomo Picasso, cinquantaquattro anni. Residente a Buccinasco e titolare del Picasso’s, locale alla moda poco distante, nella zona della movida. Un sacco di clienti e ottimi incassi per Jack Picasso, come si faceva chiamare. Le telecamere di sorveglianza mostrano uno sconosciuto che si accosta alla vettura, vestito elegantemente di nero e lo fredda con un colpo alla testa, mentre la vittima si intratteneva nell’abitacolo con la sua assistente, ora sotto shock, terrorizzata, tutta sporca di sangue, ma illesa.
Un rombo fastidioso in avvicinamento annuncia l’arrivo sulla scena del Giallone e di Radeschi.
Quanto al cimitero, è quello di Lambrate, dove di buon mattino e per giunta sotto la pioggia, l’amico Christos il Danese ha trascinato Radeschi, suggerendo preventivamente di munirsi di zaino, abbigliamento idrorepellente e vanga. Di padre greco e madre italiana, il Danese deve il soprannome al chiosco di pizze - e sostanze psicotrope - che gestiva nel quartiere delle droghe libere di Copenaghen. A suo agio in qualsiasi traffico illecito, vanta tanto credito di riconoscenza nei confronti del giornalista lombardo che una vita non basterebbe a ripagarlo. In più, ha pure rischiato di morire a causa sua, di recente.
Forte della condizione di superiorità, gli ha chiesto di aiutarlo a scavare in una fossa. Profanare un camposanto? Ma no, quella tomba è la “sua”. Quindi, nessuna profanazione. È un comodo nascondiglio in cui il Danese ha riposto i suoi risparmi, migliaia di euro, quanto basta per saldare una pendenza con la mafia russa, a quanto sostiene.
Vuoi vedere che il/i delitto/i e le famiglie criminali internazionali finiranno per ritrovarsi cheek to cheek in questo romanzo?
Nell’occasione, è bene ribadire i tratti salienti della Paolo Roversi story. È nato il 29 marzo 1975 a Suzzara (Mantova), laureato in storia contemporanea all’Università Sophia Antipolis di Nizza (Francia), con tesi sull’occupazione italiana in Costa Azzurra tra il 1940 e il 1943. Scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster, vive a Milano. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per il cinema, serie televisive, spettacoli teatrali e cortometraggi. Tiene corsi di scrittura giallonera per la scuola Holden di Torino, per Crime Fiction Factory, per Noirlab e per King of Noir. Ha fondato l’Accademia del Giallo di Milano. Nel maggio 2022 ha pubblicato un manuale dal titolo Scrivere gialli di successo per Editrice Bibliografica. I suoi romanzi sono tradotti in otto Paesi. Il precedente Radeschi è stato Il pregiudizio della sopravvivenza (Marsilio, 2021).
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