L’equilibrio delle lucciole di Valeria Tron

Valeria Tron, pubblica un libro che tocca le corde più profonde del cuore, intitolandolo: L’equilibrio delle lucciole.
Un libro che è una matrioska, abile e commovente contenitore di tante storie incastrate l’una nell’altra, in un mosaico senza fine.

Adelaide è la protagonista indiscussa. Dopo la fine di un amore, che credeva per sempre, la giovane donna non può che tornare alle sue origini, perché:

È facile nascondere quando fai l’amore, più difficile nascondere cosa ti fa l’amore.

Si tratta, in realtà, di un eterno ritorno:

La storia passa da ciò che arriva, ma può essere testimoniata solamente da ciò che resta.

E ciò che resta è lei, Adelaide, con le sue insicurezze e le sue ferite, e la sua casa in uno sperduto villaggio di montagna della Val Germanasca, dove si parla ancora il patois, una lingua antica e poetica. Quel luogo rappresenta il rifugio ideale, per comprendere e per cercare di comprendersi, in una notte stellata, circondati da tanta neve:

Gli anni con Edo hanno smagnetizzato l’ago della bussola, e ho perso dimestichezza con le stelle. Per questo sono tornata, certa che qui avrei visto forse una vela familiare a far da specchio alla mia. Mai avrei pensato di trovare, ad aspettarmi, turbamenti, desideri, attese ibernate da tanti anni.

Ad attenderla c’è Nanà, novantenne, custode di una tradizione millenaria che non lascia scampo. Ma non solo: c’è Levì e tanti altri, fantasmi muti e al contempo urlanti di una tradizione a tratti oscura, a tratti splendente, sempre umanamente ricca di pathos, perché:

Più delle perle pesa il silenzio, più delle botte, picchia.

Una storia emozionante, che fa vibrare il cuore. Priva di qualunque tono melenso, la narrazione è precisa, elegante e sofisticata. Ricca di valori fondanti, quali la memoria, la famiglia, le radici, le donne, la vita, la narrazione procede spedita con un tocco magico e sensibile.
Ho centellinato la lettura, a poco a poco, conquistata da una narrazione che penetra nel profondo di qualunque lettore. Un sofisma da gustare con parsimonia.
Una perla rara che incanta con conquistata maestria.