

Pietra dolce
- Autore: Valeria Tron
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2024
Valeria Tron torna in libreria con un nuovo, poetico romanzo intitolato Pietra dolce, edito da Salani editore nel 2024. Un libro che celebra la montagna e le sue bellezze, la natura armoniosa, ma spesso matrigna e scaltra, il ruolo delle amicizie e la forza che le caratterizzano, il tutto scritto con un linguaggio fluido, raffinato e soprattutto molto poetico.
Siamo in Val Germanasca, quando tutti odono un terribile boato; per l’esattezza tre boati forti al punto tale da far tremare la montagna. Il bilancio è tragico:
Due minatori mancano all’appello e nel piazzale si scava tra i detriti.
L’unico a uscire è un ragazzo giovane, che tutti conoscono. Si chiama Lisse, senza la U, e ha una storia particolare e incredibile: sua madre l’ha partorito in un prato, ha strappato con i denti il cordone ombelicale ed è fuggita nei boschi. Lui è stato abbandonato e salvato da un gruppo di capre, ma soprattutto dalla malgara Ghit:
ruvida di voce, guardando il piccolo che si addormenta all’altezza dei seni. Invadente, un filo di vertigine le risale la schiena; è un sentimento senza precedenti; il contatto con la vita appena sbocciata, che si avvinghia come edera alle sue forme.
Ma lei è troppo vecchia per una giovane vita che sta appena per sbocciare, e allora scende a valle e lo cede a una giovane madre, che ha un marito partito per il fronte di cui non sa più nulla, per la quale un figlio in più non rappresenta una difficoltà. Così Lissie cresce, un estraneo totale per l’anagrafe che nulla sa di lui, conosciutissimo tra i suoi paesani. È una specie di auto esiliato, un senza storia, un fantasma, che però tutti apprezzano:
lui non può uscire dalla valle, lo sanno anche le pietre. Fuori di qui, è clandestino. Non vorrai che lo mettano al fresco? Chi gli crederebbe se raccontasse che per il mondo non esiste e che è vivo solo qui?
Lisse, dopo quest’ennesima tragedia, non ce la fa più. La sua esistenza è segnata dal dolore, testimoniata:
Gli occhi passano a rassegna le croci dietro il muretto: sono sei. Nel tempo, lui e Lisse, hanno inciso i nomi a punta di coltello, sostituendo le sole iniziali: Ghit, Beretta, Denise, Annie, Clara e poi la croce più piccina, di talco, liscia e senza nome. Sono le donne di Lisse.
Così Lisse si rifugia in una baracca a Parat e non vuole più sapere nulla di nessuno. Morirà così? Solo e isolato? Ma i suoi amici lo permetteranno? Forse c’è ancora qualcosa che può smuoverlo da questa apatia e letargia che lo ha colpito:
Ha smesso i libri quando è entrato in miniera. […] Ha chiuso il mantice dell’immaginazione e non l’ha aperto più. Però so che certi semi sono più forti. Resistono all’arsura e non temono contraddizione.
Riuscirà a salvarsi il piccolo grande uomo?
Un romanzo bellissimo, la cui lettura non può che emozionare nel profondo. Ricco di figure retoriche e di metafore, il linguaggio è il pilastro di cui si poggia l’intera narrazione. Protagonista in seconda è il talco, su cui si poggiano e scivolano via, misteriose e forti, le storie e le esistenze di uomini senza tempo, composte da vita dura e sacrifici e contornate da una miseria dignitosa e composta.
Il libro si legge di un fiato e si rimane colpiti; molto adatto a chi ama le belle e forti storie di montagna, contornate da un romanticismo e da una poesia particolarmente avvincenti.

Pietra dolce
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama le belle storie .
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