L’erede del tempo
- Autore: Franco Scaglia
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2014
Padre Matteo cerca le lettere di Gesù... ma qualcuno non vuole che siano ritrovate
Custodia della Provincia di Terra Santa. Mandato religioso elettivo. Sede: Gerusalemme, convento di San Salvatore. Dopo dieci anni, padre Matteo rinuncia. È la novità nelle inchieste del francescano più detective che ci sia, creato da Francesco Scaglia, il giornalista ligure vincitore del 40° Campiello col primo titolo della serie del frate, "Il custode dell’acqua" (Piemme, 2002). Il quarto è uscito ora, “L’erede del tempo”, edito da Piemme, 246 pagine 16,50 euro, dopo la trilogia raccolta nel 2007 nel megavolume “Il custode di Terra Santa”.
Dunque, padre Matteo lascia l’incarico di sovrintendente delle 99 parrocchie tra Mediterraneo orientale e continentale. Troppa confusione di ruoli nel Medioriente, troppo denaro in arrivo dal Vaticano senza una destinazione chiara. La Custodia si sta ammalando di potere e a lui così non va per niente bene. Malessere, sfiducia, tristezza, perde i capelli, prende chili, la sera ha i piedi gonfi, ma non è l’età, è lo stress. Affaticamento fisico e mentale per un compito senza soddisfazioni in una terra tesa, amara, divisa. È un ruolo impotente, ormai. Sente che gli sta facendo perdere le sue doti: la fantasia, l’aggressività positiva, la capacità di mediare, l’autorevolezza, la saggezza. È sempre uno che, più che sgridare e punire, distribuisce sani ceffoni a chi sbaglia, anche ai confratelli.
È giunto il momento di staccare la spina. La terapia è una sola, riprendere l’archeologia a tempo pieno, la passione che all’età di 16 anni l’ha portato dall’Italia in Palestina. Al momento, è impegnato nella cerimonia degli addii, un programma intenso di saluti ai tantissimi amici: cristiani, ebrei, armeni, musulmani, militari, civili, anche bravi agenti dei Servizi e vere spie, insomma, la variegata umanità che popola Israele.
A stupirlo, ma non troppo, sono due attentati che subisce. Un mattone cade dall’alto, schivato solo per uno spostamento casuale. Un motorino lo sfiora di brutto, il conducente si nasconde dietro un casco integrale nero. Sembra che abbia pestato i piedi a qualcuno, gli dice l’amico arabo Sheikh Altamiri.
Si affaccia il mistero. Il rabbino Shlomo lo invita a fare ricerche sulla Tribù perduta, la fantomatica tredicesima d’Israele. La tribù fantasma, pensa Matteo, ma quando l’amico è sgozzato, comprende che lo studio sulla musica nei lager che l’ucciso stava conducendo e lui stesso, dopotutto, hanno smosso qualcosa di grosso. Per fortuna vado via, si dice il francescano.
Infatti, si sposta a Roma, ma personaggi sospetti, eventi strani e segnali evidenti lo seguono. Arriva perfino un messaggino sul cellulare: lei corre un grave pericolo, firmato: un amico del passato. L’intrigo monta. Ovviamente è internazionale.
Ci sarebbero delle lettere di Gesù, custodite in segreto da qualche parte, una fitta corrispondenza col saggio e arguto Abgar, re di Edessa. La prova risulta indicata visivamente in più di un’antica immagine, che mostra Cristo intento a leggere una pergamena. La storia ufficiale ignora questi scritti, ma per Matteo è certo avrebbero un significato enorme, sempre ammesso che esistano. Dimostrerebbero che Gesù intendeva lasciare notizie di sé, non voleva limitarsi a indicazioni indirette dei Vangeli sulla sua azione. E che dire della possibilità di ricostruire il suo carattere attraverso la grafologia o addirittura poter estrarre un profilo di Dna da gocce di saliva cadute sui fogli?
In più si apprende del cosiddetto Sacro Veissel, davanti al quale Giuseppe d’Arimatea si inginocchiava in preghiera e che avrebbe sottratto alla distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani. Altri lo hanno chiamato Graal.
Enigmi storici di natura religiosa e di portata rivoluzionaria, come si vede. Ma sembra che sotto ci sia anche dell’altro, molto più banale e terreno, un traffico internazionale clandestino di avorio che può causare l’estinzione degli elefanti di razza pigmea, alti solo due metri.
Però, se le lettere sono vere, dovevano rivelare qualcosa che qualcuno ha voluto nascondere così fanaticamente da cancellarne la memoria. Se le cose stanno così, cosa contengono di tanto pericoloso o addirittura destabilizzante?
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