L’estate senza ritorno
- Autore: Besnik Mustafaj
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2024
Primo romanzo onirico della letteratura albanese, L’estate senza ritorno di Besnik Mustafaj (Biblioteka edizioni, traduzione a cura di Julian Zhara) è un’opera iconica della letteratura balcanica contemporanea, un libro dotato di una forte introspezione psicologica, che può mettere in difficoltà il lettore, il quale solo nell’ultimo capitolo del testo potrà capire bene il senso dell’intera storia.
È domenica mattina e Sana sta riordinando l’appartamento, quando alla porta si presenta Gori, il suo fidanzato, che è tornato a casa dopo quarant’anni di prigionia in un luogo imprecisato. L’uomo, tuttavia, è cambiato e non solo perché è passato molto tempo; mostra infatti una stanchezza fisica e mentale non indifferente, come se dentro di lui si fosse spento qualcosa. Presenta inoltre dei comportamenti strani: dorme sempre a pancia in su, coperto totalmente dalle lenzuola bianche, sotto cui si intravede la forma delle braccia incrociate. Non fa trapelare un rumore “normale”, non ha mai la tosse o un russare, anche lieve, per la cattiva postura del collo rigido sul cuscino. Un pallore molto strano albeggia sul suo volto, finché la pelle assume il colore della calce. Inoltre, parla solo usando i verbi al passato e passa il tempo a leggere libri scritti da veterani di guerra. Sana non riesce a capire che cosa gli sia successo, ma decide comunque di riprendere in casa il mai dimenticato fidanzato a e ricominciare la storia d’amore interrotta bruscamente decenni orsono.
Molto curate sono la personalità dei due protagonisti, mediante le quali sono descritte le difficoltà che una coppia deve superare per ricostruire un rapporto affettivo dopo una lunga separazione non voluta, e tramite loro due l’autore allarga gradualmente il campo della narrazione a tematiche più universali, come il senso della vita, la morte, l’amore, l’immortalità.
Nella postfazione, Besnik Mustafaj ricostruisce la faticosa storia del romanzo, descrivendo l’ossessivo, soffocante e pericoloso sistema della censura del regime comunista che giudicava i manoscritti non in base alla loro intrinseca qualità letteraria, quanto alla loro fedeltà alla linea politica del Partito. Nel caso di questo libro, invece, scritto nel 1985 e uscito nel 1989, ispirato a un fatto realmente avvenuto, l’autore racconta che:
“Le modifiche del redattore non erano affatto una questione di gusto letterario. Erano tutte descrizioni delle turbolenze interne al corpo di una donna che stava arrivando alla fine della sua vita senza aver conosciuto il piacere sessuale, una tematica che, nel contesto della letteratura del realismo socialista, era considerata tabù.”
L'estate senza ritorno
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