L’inafferrabile
- Autore: Liane de Pougy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2022
Elliot edizioni nella collana “Raggi” pubblica per la prima volta in Italia L’inafferrabile (titolo originale L’Insaisissable. Roman vécu, traduzione di Graziano Benelli) di Liane de Pougy, pseudonimo di Anne-Marie Chassaigne detta poi Madame Henri Pourpre e, dopo il suo secondo matrimonio, principessa Georges Ghika (1869 - 1950), ballerina, scrittrice e cortigiana francese della Belle Époque. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1898.
Per comprendere il racconto di questa figura leggendaria della Belle Époque, considerata una pioniera del femminismo, occorre conoscere la sua vita: cortigiana, principessa e infine santa, pentita della sua esistenza dissoluta del passato.
Anne-Marie Chassaigne, nata in Bretagna da una famiglia agiata, padre ufficiale e madre appartenente all’alta nobiltà terriera, aveva ricevuto un’educazione religiosa nel convento dei Gesuiti di Auray. A soli sedici anni, Anne-Marie venne data in sposa al tenente di vascello Henri Pourpre, un uomo violento, padre del suo unico figlio Marc, che sarebbe morto nel 1914 durante la I Guerra Mondiale. Dopo due anni di un matrimonio brutale, che avrebbe lasciato alla giovane cicatrici fisiche e morali, Anne-Marie era scappata a Parigi, dove divorziò creando in tal modo scandalo nella famiglia Chassaigne. Ingaggiata alle Folies Bergère, dopo aver preso lezioni di danza, con lo pseudonimo di Liane de Pougy intraprese una carriera di ballerina di cabaret lanciandosi anche alla cortigianeria. Dichiaratamente bisessuale, la nuova Liane ebbe molti amanti di entrambi i sessi che la ricoprirono di gioielli, il celebre scrittore e critico letterario de Goncourt definì la seducente cortigiana come “la donna più bella del mondo”, appellativo che la mise in concorrenza con un’altra donna fatale del periodo, la Bella Otero. Scandalo su scandalo creò la relazione di Liane con la scrittrice statunitense Natalie Clifford Barney, rapporto che la donna raccontò nel romanzo Idylle Saphique (1901), che ebbe un grande successo di pubblico.
Nel 1908, al culmine della carriera, Liane conobbe il principe Georges Ghika, nobile d’origine rumena caduto in disgrazia, che la sposò due anni più tardi. Il matrimonio fu felice per sedici anni, fino a quando Georges non la lasciò per una donna molto più giovane. Il principe finì col tornare dalla moglie pochi mesi dopo, ma la relazione era sempre più tormentata. Una forte vocazione religiosa era sempre più presente nell’animo di Liane, la quale, dopo la morte del principe nel 1945 entrò come novizia nel Terzo Ordine di San Domenico e lavorò nell’orfanotrofio, l’Asilo Saint-Agnès, finendo i suoi giorni a Losanna in preghiera.
In questo romanzo l’autrice racconta un periodo storico ricco di contraddizioni, quello della Belle Époque, dove appare miseria e opulenza, dissolutezza e ipocrisia. Josiane de Valneige, ricca e affascinante cortigiana, non è felice della propria vita, stanca della superficialità che la circonda, che è stata ed è la fonte del suo benessere, cerca il grande amore. Ma può trovare il grande amore una cortigiana che, per sua natura, deve essere inafferrabile?
“Vivere in continua attesa di un evento, dirsi che l’esistenza è come un campo libero davanti a sé, dove si possono cogliere fiori, assaporare l’aria, immergersi nel mondo senza preoccuparsi di nulla! Come sarà colui che verrà? Come si manifesterà l’amore, o meglio quello che dicono essere amore?”
L'inafferrabile
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