L’incantevole sirena
- Autore: Francesco Palmieri
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2019
Partenope, Sirena vergine, ha dato nome alla città che sorse sulle rive dove lei venne a morire.
Si legge poco dopo l’inizio di Una splendida sirena (Francesco Palmieri, Giunti, 2019). La città in oggetto è Napoli e la Sirena ne simboleggia la natura fratta, oscura. Come dire l’aspetto ulteriore della vulgata che accompagna di solito l’aggettivo “partenopeo” (quasi uno status, una condizione dell’anima solare).
Partenope è la fisionomia antropologica di Napoli.
Si è incarnata nella Storia in miriade di figure femminili in cui si ritrovava e si perdeva, in cui perde se stessa e si ritrova ogni volta che rinasce (…) La vergine mantiene la perenne gioventù dell’inizio perché si rinnova nelle strade dove si fa padrona degli sguardi (…)
Redigere il computo della sua leggenda - e dei suoi enigmi - significa tenere il conto della parabola enigmatica di Napoli: un ossimoro sociale. Un luogo dello spirito. Una contraddizione in seno alla storia. Misteriosa, magica, feroce (come indica il sottotitolo del libro) e dunque con del fascino. Quasi ab origine: dagli occultisti celebri adusi alla magia nera (Cagliostro, Sansevero, Crowley) agli illuministi che cedettero alle seduzioni irrazionali del malocchio. Dall’ilare tragicità di Totò alla Napoli-alveo prescelto per le orge, dal criminale nazista Reinhard Heydrich. Dal catto-paganesimo camorristico (peraltro strettamente intrecciato, ancora una volta, al mito di Partenope) alla tomba di Virgilio che fu poeta e fu mago al tempo stesso.
L’excursus sulla Napoli occulta la dice lunga, insomma, più di ogni agiografia, sulle stratificazioni – storiche, leggendarie, persino ontologiche – della città. Oggi come ieri, città forse sospesa nel tempo, città borderline per antonomasia. Sotto lo sguardo muta-forme, nefasto e bellissimo della Sirena, coagulo di fiammeggiamenti e della tenebra più fitta; terra di mezzo fra il regno dei vivi e quello dei morti, città del possibile e dell’efferato, metropoli del meridione d’Italia che crede ancora nella iattura, nella "Smorfia", come negli spiriti e nei fantasmi.
Di quest’anima divisa in due – anzi, meglio: parcellizzata – risente a ogni pagina L’incantevole sirena , un lavoro parimenti rigoroso e denso di malia. Attraverso una prosa che incide in forza del nitore e del colore, Francesco Palmieri indirizza il lettore fra le contro-storie, le architetture, le tombe, le strade, gli incunaboli, i meandri della Napoli underground: chiese e palazzi di abbacinante bellezza che rimandano a segreti. Vicende celebri e altre sottaciute, rievocate per tracce e sottotracce di un’articolata (supera le 360 pagine) introduzione al misterico, tra le pieghe di una Napoli che si sottrae alla cartolina. Un sottinteso invito a cedere al perturbante delle “mille magie per la città” dove persino l’incredibile può apparire reale, agevolato dall’egida dell’incantevole sirena.
L'incantevole sirena
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