L’inganno delle buone azioni di Kiley Reid

La casa editrice Garzanti pubblica il primo romanzo di Kiley Reid con il titolo: L’inganno delle buone azioni (2021, trad. P. Bertante). Un romanzo definito dalla critica un testo “magistralmente scritto che ridefinisce il concetto di classe.”
Narra la storia di Alix, una giovane donna di grande successo. Un buon matrimonio, allietato da figli buoni e simpatici. Tutto perfetto, dunque. All’apparenza sì. Fino a quando una sera, in un supermercato, la sua Tata Emira, giovane donna di colore, viene accusata di aver rapito la loro piccola figlioletta. Interviene, però, con successo il padre e tutto pare risolto.

Un equivoco? Non proprio, i pregiudizi sono duri a morire, soprattutto nelle classi altolocate, che non vedono di buon occhio che una ragazza di colore educhi i figli di una famiglia della classe dirigente. Ma Alix non ci sta e persevera nel suo atteggiamento. Non solo: assume Emira con un contratto a lungo termine, ne tesse le sue immancabili lodi ovunque e con chiunque.
Perché questo atteggiamento così evidente? Certo è una lotta contro i pregiudizi, ma è troppo evidenziata ed enfatica. Qual è il segreto che vi sottende?

“A volte dissimulano segreti e false intenzioni. A volte dietro il bene può celarsi il male.”

L’inganno delle buone azioni è un esordio intrigante e avvincente. Un romanzo di grande attualità, scritto con una prosa fluida e precisa, che indaga nel profondo la psicologia dei personaggi. Una trama ben congegnata ed elaborata, ricca di dialoghi, completa una lettura che colpisce per la stretta attinenza con la realtà, che trascina il lettore in un vortice continuo di sentimenti e di emozioni; perché non sempre è vero ciò che appare.