L’isola dei senza memoria
- Autore: Yoko Ogawa
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2018
Un giorno dopo l’altro, l’epidemia colpisce tutto e tutti. La Polizia Segreta vigila sull’oblio collettivo assicurando che gli oggetti spariti dalla memoria spariscano anche fisicamente. Ma ci sono delle persone che non dimenticano e a queste la Polizia dà la caccia inesorabilmente, sistematicamente, sorvegliando e assicurando lo sviluppo dell’oblio collettivo. La protagonista tenta di ribellarsi privatamente a questo divenire e trova aiuto in chi lo subisce solo indirettamente ma che comunque nulla può per fermare il dramma.
Il romanzo L’isola dei senza memoria (il Saggiatore 2018, traduzione di Laura Testaverde) è narrato in prima persona dalla protagonista anonima e si delinea spesso in forma intimistica. Lo sviluppo è lento, progressivo, accelerato solo da flash-back e, a momenti, confuso con lo sviluppo del romanzo scritto dalla protagonista secondo una storia parallela, non dissimile da quella principale. Quasi fosse il tentativo di venirne a una con la propria realtà narrativa. Gli affetti vengono descritti con tratti tenui e colori leggeri, quasi solo acquarellati, tanto sono deboli. Troppo deboli per contrastare l’angoscia della prospettiva che regge l’intero racconto.
Una distopica metafora allegorica e oscura sul senso umano della memoria e sul suo potere sovversivo in un regime totalitario, disumano, forse proprio perché aleatorio. L’imposizione della perdita della memoria conduce anche alla perdita di ruolo e, per finire, dell’identità individuale.
Il divenire catastrofico che conduce inevitabilmente all’annientamento, sia del romanzo della protagonista che della sua vita stessa è raccontato con la delicatezza dall’autrice. Alla fine, anche la protagonista si consuma, ma, forse, sopravvivono coloro che non dimenticano. La storia è anche una metafora allegorica sull’importanza della letteratura, strumento di resistenza nelle mani della protagonista, una giovane scrittrice, in quanto in grado di conservare e tramandare i ricordi, le storie, gli oggetti che stanno lentamente scomparendo. Una lettura angosciante che offre spunti di riflessioni ai lettori.
Yōko Ogawa (Okayama 1962) si è laureata in Arte e letteratura nel 1984 all’Università Waseda di Tokyo. È autrice pluripremiata di romanzi, racconti e saggi ed è considerata una delle più importanti autrici post-moderne contemporanee giapponesi.
Nel 1988 inaugura la sua produzione letteraria con il suo primo romanzo Quando la farfalla si sbriciolò, per il quale ottiene il premio letterario Kaien. Nel 1991 riceve un premio per il racconto La gravidanza di mia sorella, un’opera sotto forma di diario che racconta le tappe più importanti della gravidanza della sorella, a partire dalle prime visite ginecologiche fino al parto.
Opere tradotte in italiano:
- Una perfetta stanza d’ospedale (1989, trad. di Massimiliano Matteri e Matake Yumiko, Adelphi, Milano, 2009)
- La Casa della luce (1991, trad. di Mimma de Petra, il Saggiatore, Milano, 2006)
- L’anulare (1994, trad. di Cristiana Ceci, Adelphi, Milano, 2007)
- L’isola dei senza memoria (1994, trad. di Laura Testaverde, il Saggiatore, Milano 2018)
- Hotel Iris (1996, trad. di Ornella Civardi, Tropea, Milano, 2005)
- Vendetta (1998, trad. di Laura Testaverde, il Saggiatore, Milano, 2014)
- Profumo di ghiaccio (1998, trad. di Paola Scrolavezza, il Saggiatore, Milano, 2009).
- La formula del professore (2003, trad. di Mimma De Petra, il Saggiatore, Milano, 2008), premio della Società dei matematici.
- Nuotare con un elefante tenendo in braccio un gatto (2009, trad. di Laura Testaverde, il Saggiatore, Milano, 2015).
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Consigliato a chi è capace di riflettere sul senso delle cose e di mettere tutto in discussione; anche sé stesso.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’isola dei senza memoria
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