L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana
- Autore: Aldo Dalla Vecchia
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Il 3 gennaio del 1954 iniziano le prime trasmissioni regolari della Rai e Aldo Dalla Vecchia, giornalista e autore in prima persona di molti famosi programmi televisivi, racconta in questo breve volume L’occhio magico (Graphe.it, 2023) l’essenziale di questi settant’anni di storia di quello che una volta veniva chiamato piccolo schermo.
L’autore ha scelto di effettuare una selezione dell’accaduto, scrivendo principalmente una storia dei programmi televisivi trasmessi dalla Rai e successivamente dai canali privati.
La struttura del libro, infatti, è organizzata in otto capitoli, ciascuno per ogni decennio, presentati attraverso i programmi diffusi dal piccolo schermo, mentre le trasformazioni che hanno interessato questo periodo sono riassunte nelle utili “pillole” presenti alla fine di ogni decennio.
Il testo è completato da due brevi appendici: una che racconta la nascita della televisione italiana, l’altra una brevissima storia della critica televisiva in Italia.
Si comincia con gli anni Cinquanta presentati come “l’età dell’innocenza”, quando la televisione ha un solo canale, il programma nazionale, e un palinsesto ridotto dove sono già presenti alcuni generi che le appartengono fortemente come i giochi a premi (“Lascia o raddoppia”), la comicità (“Un, due, Tre”), la tv dei ragazzi, i romanzi sceneggiati (Piccole Donne), le inchieste d’autore (“La donna che lavora)”, le trasmissioni che oggi definiremmo educational (“Passaporto”) e le rubriche religiose (“La posta di Padre Mariano”).
Seguono gli anni Sessanta “l’età della consapevolezza”, definiti tali perché la televisione è consapevole della propria crescente importanza e il genere televisivo per eccellenza del decennio è il varietà (“Studio Uno”, “Canzonissima”), che acquisisce notevole maturità espressiva, assieme a quell’altro filone che oggi si chiama fiction, ma allora era annunciato come sceneggiato (“La Freccia Nera” e “I Promessi Sposi”).
Gli anni Settanta sono “l’età dell’audacia”, perché vedono la nascita delle televisioni locali e private, italiane e straniere, quasi una scommessa vista la complessità di creare e gestire una emittente televisiva.
Sul fronte Rai la decade è caratterizzata dagli sceneggiati di grande qualità (A“ come Andromeda”, “Il segno del comando”) e dagli ultimi grandi show del sabato sera (“Tante scuse”). Nasce inoltre il talk show (“Bontà loro”, “Domenica in”) e la tv della gente comune (“Portobello”).
Sui canali privati debutta il telefilm Charlie’s Angels, apripista di un fenomeno incontenibile nel corso del decennio successivo.
“L’Italia del duopolio” caratterizza gli anni Ottanta, che vedono sempre più emittenti locali riunirsi in circuiti nazionali oltre che la battaglia senza esclusione di colpi tra Canale 5 e la Rai del dopo riforma tv.
La programmazione si estende al primo pomeriggio e alla mattina (“Buongiorno Italia”), debuttano format stranieri adattati al gusto italiano (“Ok, il prezzo è giusto”), un nuovo tipo di umorismo e satira (Drive In, Striscia la notizia) e sul fronte Rai debutta il terzo canale televisivo con un programma molto innovativo (“Blob, di tutto di più”).
Gli anni Novanta sono “L’età dell’abbondanza” perché contrassegnati da una straordinaria ricchezza dell’offerta televisiva e da una lotta ormai alla pari per quanto riguarda gli ascolti fra Rai e Mediaset, grazie anche alla conquista della diretta che fino a quel momento era stata una prerogativa della Rai, e dall’arrivo delle prime tv satellitari mi diventeranno poi Pay Tv.
Si ricordano programmi eredi dei grandi spettacoli di varietà adattati all’insegna del people show (“Carramba! Che sorpresa!”), le trasmissioni della nostalgia (Ci vediamo in tv), le sperimentazioni dedicate al non-sense (“Macao”), la tv di qualità per i più piccoli (“L’albero azzurro”), il giornalismo investigativo (“Report”), i cartoni animati non solo per bambini (“I Simpson”), il filone in crescita inarrestabile delle trasmissioni sportive (L’appello del martedì), i talent show (“Amici”) e l’informazione di qualità (Verissimo).
Il primo decennio del nuovo millennio è definito “l’età del nuovo inizio” perché contraddistinto da un nuovo corso del piccolo schermo, influenzato fortemente anche nei decenni successivi dai reality (Grande Fratello), mentre si espande notevolmente il talent show (X Factor e Ballando con le stelle), i gameshow (“Affari tuoi”, “L’eredità”) e dal debutto di un nuovo tipo di fiction (Romanzo criminale), trasmessa dal nuovo canale satellitare Sky, nato dalla fusione di Telepiù e Stream.
Gli anni Dieci sono ricordati come “L’età della frammentazione” perché il duopolio Rai Mediaset è ormai un pallido ricordo, la forza di Sky è sempre più dirompente e la moltiplicazione dei canali e del modo di fruirne - non più solo attraverso la televisione nazionale - non sembra avere fine.
In questo scenario si aggiungono, a partire dalla seconda metà del decennio, due nuovi competitor: Netflix e Amazon Prime video.
Alle serie tv italiane, che in questo periodo giungono a un grande livello di qualità espressiva tale da essere esportate in tutto il mondo (L’amica geniale, “Gomorra la serie”), si affiancano programmi legati alla cucina che continuano a moltiplicarsi instancabilmente (“Bake Off Italia”,“ Cucine da incubo Italia”, “I menù di Benedetta”).
Il nuovo decennio degli anni 20, presentato come “L’età delle piattaforme”, risente del Covid che cambia profondamente la televisione non sono per quanto riguarda la fruizione (piattaforme come Netflix e Amazon Prime video registrano incrementi molto importanti) ma anche dei contenuti.
Si moltiplicano i talk dedicati all’emergenza sanitaria e sito nota il successo della fiction in giallo e al femminile (“Blanca”), il fenomeno della serie “Mare fuori” e del varietà mattutino “Viva Rai Due”.
L’occhio magico è un saggio che celebra i settant’anni del piccolo schermo raccontandone la storia e il percorso dalle origini a oggi; una guida ragionata rivolta a chi quella storia non l’ha vissuta come spettatore o spettatrice.
E per chi, invece, è stato, del tutto o in parte, testimone di quell’epoca, un agile strumento per ricordare le tante trasmissioni e personaggi che hanno popolato il piccolo schermo.
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