L’ubicazione del bene
- Autore: Giorgio Falco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2009
C’è chi si è licenziato dal suo posto di impiegato per aprire una ditta di disinfestazioni e manda in rovina la famiglia, suoceri compresi; chi desidera un cane a tutti i costi, lo porta a casa dal canile e lo cucina al forno; chi convive con un serpente velenoso che poi alla fine scappa.
Cortesforza. Periferia di Milano. Non uno di quei quartieri pericolosi dominati da improbabili gang che ti impediscono di uscire tranquillo la sera.
Non le periferie di cemento in cui i casermoni tutti uguali la fanno da padrone.
Cortesforza appare carina e rassicurante, il posto ideale per costruire una famiglia. Villette a schiera accuratamente ordinate con giardino annesso; parchetto in cui giovani mamme si incontrano per scambiarsi consigli; vicini di casa a cui rivolgere timidi saluti.
Cortesforza è il paradiso ante litteram della gente mediocre che ritrova la propria grigia esistenza nella noia mortale che separa le giornate tutte uguali dai week-end comunque anonimi in cui il provincialismo trova la propria apologia.
A Cortesforza ci sono i matti, alcuni lasciati a casa a combinare le proprie malefatte, cani al forno ad esempio, ma anche botte in testa; altri finiscono in ospedali per ragioni non meglio precisate.
E poi ci sono le coppie che come i matti non riescono a comunicare. C’è chi vuole un figlio ma non riesce ad esprimere questa volontà ad un marito più o meno distratto e ci sono coppie con pargoli al seguito che si improvvisano amici per una gita allo zoo che finisce come previsto, con musi lunghi e discussioni e parole non dette.
Tutti recitano piccole parti in una incomprensibile società triste e vuota, in una periferia creata su misura, come un vestito che si vuole da tempo, che si fa di tutto per possedere, salvo poi sentirsi completamente fuori luogo nel momento in cui lo si indossa.
Cortesforza è il luogo dei falliti e dei fallimenti, dei colori che non hanno il coraggio di essere vivi, delle unicità che fanno fatica farsi strada; Cortesforza è lo specchio delle vite contraffatte.
La scrittura è delicata, talvolta ricorda quella di Francesco Recami, così come anche la scelta dei personaggi che la popolano; forse c’è qualche ripetizione di troppo nelle varie storie raccontate per cui ciascuna nuova storia sembra essere stata raccontata qualche pagina più indietro.
Ma in fondo questo deve essere stato lo scopo dell’autore: dimostrare che gli anonimi sono tutti uguali.
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