La gemella H
- Autore: Giorgio Falco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
«Noi mangiavamo le mele solo nello strudel, prima».
Germania, anni trenta: Hans Hinner adora una Mercedes Autobahnkurier dalla carrozzeria nera e dal tettuccio apribile in possesso di un ricco ebreo. Hans sogna di poterla guidare sulla nuova autostrada appena inaugurata dal Reich. Hans è sposato con Maria, da cui ha due figlie, Hilde, la voce narrante del romanzo, destinata a vivere tutta la vita all’ombra della sua gemella, Helga. Hans e Maria vivono in una cittadina immaginaria della Germania nazista, Bockburg, cui appartengono entrambi: Hans, giornalista di “Mutter”, giornale di regime, è figlio di Herbert, un fabbro che non simpatizza con il nazismo; Maria, è, invece, figlia di Michael Zemmgrund, un reduce della prima guerra mondiale che ritornato a casa senza una gamba è aiutato dalla locale sede nazista a trovare una casa calda oltre il fiume, con elettricità e acqua corrente e un posto sicuro come commessa per la figlia Maria.
Il romanzo di Giorgio Falco “La Gemella H” (Einaudi, 2014), dove H sta appunto per il cognome del padre, Hinner, oltre che per le iniziali dei nomi delle gemelle, racconta la storia della famiglia Zemmgrund prima, Hinner poi, dal giorno lontano in cui il fondatore della famiglia ritorna appunto dal fronte della Prima guerra mondiale ai giorni nostri in Italia. Dall’infanzia poverissima vissuta per le strade, infreddoliti con “scarpe senza lacci, con sotto i cappotti, le giacche sformate dei pigiami a righe e i pantaloni due taglie più grandi”, alla maturità del benessere diffuso “un passatempo ginnico domenicale, un divertimento da ragazzi, la banda, l’intervento di oratori e l’attesa del tramonto, quando agli ultimi raggi nel cielo si uniscono le lingue di fuoco e fumo fino ai primi piani delle case". Ma il benessere ottenuto dalla famiglia Hinner è venuto dall’espropriazione dei beni agli ebrei (gli Hinner hanno predato la casa, i mobili, l’argenteria e la Mercedes dei Kaumann, loro vicini di casa) e da un “nazismo consumistico”, che ci fa capire che l’ascesa di Hitler non è stata solo l’affermazione di un sistema totalitario basato sulla razza, ma anche lo sviluppo di un sistema economico che ha cambiato la storia del Novecento. La trasformazione di Hans da giornalista nazista ad amministratore di un albergo per famiglie nella riviera adriatica nel dopoguerra è segnata dalla negazione del passato a tal punto che Hilde dice:
“Mio padre, mia sorella, (…) tutti, mi chiedono una vita normale, parlano solo del presente e della costruzione del futuro, tacciono del passato, da dove veniamo».
Mentre Hilde così cerca di rendersi autonoma nel mondo del lavoro, va a Milano a lavorare alla Rinascente, tiene un diario e si dedica alla fotografia, scattando con la Polaroid ritratti dei clienti dell’albergo del padre, l’Hotel Sand, cercando di trovare le sue radici e alleviando le sue inquietudini Helga, che appare raramente nel romanzo, segue le orme del padre, diventando a sua volta un’imprenditrice turistica e assicurandogli un erede.
Il romanzo di Giorgio Falco, in una narrazione di presente eterno, si snoda su un doppio piano: Hilde e i suoi rimorsi di coscienza vice versa di Helga sfrontata e determinata; la Germania e l’Italia, accomunate da un regime totalitario, dalla sconfitta della guerra e dal boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, il “mondo consumistico piccolo borghese” da un lato e dall’altro “una forma ottusa di rimozione” di un passato terribile. Ritornano le mele tentatrici: Helga ne infila tre nella borsa della signora Margherita, la cuoca, e la denuncia come ladra, per fare assumere dal padre il fidanzato; Hilde vede tutto tace e «scorge nella traccia del passato (lo strudel di mele) la predizione del futuro».
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