L’uomo che vedeva opaco
- Autore: Adriano Segarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Sono molti anni che non torno a Berlino, ma per qualche ora ne ho ripercorso le strade ricche di storia e ammirato le luci dall’alto della Torre della Televisione in compagnia di Lorenzo, il protagonista di Adriano Segarelli, che in queste 161 pagine di L’uomo che vedeva opaco (Kimerik, 2019) ci fa vivere un viaggio inedito dentro le nostre vite.
Questo romanzo offre la chiave di una nuova letteratura, dinamica avvincente simbiotica, dal pathos camaleontico dove la pelle a cambiarla è il lettore.
In modo fluido con le nostre emozioni, come se fosse un profondo respiro tra le pagine, l’autore conduce alle riflessioni più complesse sul nostro sé.
La narrazione porta alla luce il nostro Io guidandoci in una dimensione spazio temporale del tutto ignota in apparenza, ma di cui riconosciamo la visione e nella quale ci immergiamo fino a rivivere le nostre esperienze pregresse, anche quelle più turbolente.
L’uomo che vedeva opaco non solo si percepisce l’interrogativo sulla vita vissuto dall’autore stesso, ma si apprende in modo limpido, attraverso i luoghi in cui veniamo trasportati dai suoi personaggi e nelle vite che in essi si conservano, la teoria del “multiverso”. Quante volte ci siamo imbattuti in volti familiari, in situazioni che ci sembrava di aver già vissuto o di avere la sensazione di trovarci in un’epoca diversa da quella che sentiamo nostra.
E se tutto questo fosse l’inizio del ricordo delle nostre vite parallele? E se questo libro ci offrisse di capirne i segnali? Inevitabile per noi lettori è la volontà di interagire con la verità, con la consapevolezza di chi siamo adesso e il desiderio di risvegliare la voce e l’energia della propria coscienza diventa palpabile.
Adriano Segarelli con il suo L’uomo che vedeva opaco non ci fa leggere un libro, ma ci fa vivere un’esperienza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’uomo che vedeva opaco
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