La bottega del cioccolato
- Autore: Philibert Schogt
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2005
In questi ultimi anni il cioccolato, “cibo degli dei”, dopo essere stato bistrattato, considerato “roba da bambini”, accusato (ingiustamente) di provocare l’acne e (forse un poco più giustamente) di fare ingrassare, si è ormai ripreso la sua giusta fama di prelibatezza raffinata, potente alleato del buonumore e persino efficace afrodisiaco.
Da qui, una lunga sequela di libri e film dedicati al cioccolato, letteralmente, in tutte le salse e in tutte le situazioni. Soprattutto situazioni sentimentali.
Questa, però, non è la solita storia del cioccolato che favorisce i rapporti sociali e le storie d’amore. Anzi, in questo caso proprio il dolce elemento, semmai, ostacola la vita affettiva del suo adoratore. Si tratta, sì, di un racconto denso di profumi, sapori, sensazioni che pervadono ogni sua pagina e che, al lettore più incline all’autoindulgenza, faranno spesso venire la tentazione di aprire quello sportello della credenza per raggiungere quella scatola di praline che si conservava per le occasioni, ma soprattutto, ciò che vi si legge è la storia di una vita invasa dall’ossessione.
Fino a che punto si può amare la propria arte (poiché non di semplice lavoro si tratta)? È lecito, è giusto mettere in secondo piano amore, affetti, relazioni sociali, sacrificando tutto alla ricerca ossessiva del giusto ideale, della pralina perfetta? E cosa succede quando il mondo di cioccolato, costruito con così tanto impegno e tante rinunce, improvvisamente si sgretola sotto i colpi della cosiddetta “modernità”?
È quello a cui Joop, olandese trapiantato in Canada, si trova davanti il giorno in cui l’edificio dove ha sede da anni la sua cioccolateria viene venduto e destinato alla demolizione, schiacciato da un moderno centro commerciale del gusto e da una “nuova” concezione del cioccolato.
Joop non riesce a darsi pace: tutta la sua vita è stata incentrata sulla sua arte di cioccolatiere, e andare in pensione non rientrava nei suoi programmi. Davanti a quella che gli sembra la fine della propria esistenza, la sua mente ripercorre in flashback il cammino percorso fino a quel momento. Da “figlio degenere” schiacciato da una famiglia di musicofili, perfettini e senza sentimenti, a giovane allievo di un maestro cioccolatiere francese, Joop crede di veder svanire i propri sogni il giorno in cui Emma, la sua ragazza, scopre di essere incinta.
La reazione di Joop è dapprima una fuga vigliacca, in seguito la rassegnazione e la quasi totale indifferenza verso il figlio. Disgustato dai propri connazionali che considera rozzi e privi di gusto, Joop decide di emigrare in Canada per cercare nuove prospettive. Puntiglioso, collerico, irritato dal facile palato dei clienti, Joop pian piano dedica ogni suo minuto alla propria dolce ossessione, con lo scopo di “educare” il popolo dai gusti eccessivamente semplici e faciloni. Non si accorge, però, di trascurare completamente ogni altro aspetto della vita, e solo la costanza e la pazienza di una moglie come Emma gli evitano il disastro e la solitudine.
È solo quando il destino lo mette davanti a un muro insormontabile che Joop si accorge di quanto il suo ideale fosse trascurabile, e quanto invece lui stesso abbia trascurato le cose veramente importanti della sua vita. È allora che mette tutto in discussione, capisce i propri errori e cerca di recuperare il tempo perduto. Ma il tempo passato ormai ci è sfuggito di mano, e non sappiamo quanto ce ne resti.
Un romanzo malinconico e sincero, per riflettere su ciò che di veramente prezioso ci dà la vita.
La bottega del cioccolato
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