La chiave di Dante
- Autore: G. L. Barone
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2015
Un antico forziere, un segreto fatale e le tracce contenute nei versi di Dante e nei dipinti rinascimentali
Una segretissima spedizione di ottanta cavalieri “meridionali”, nella selvaggia e remota terra d’Islanda. Ottocento anni dopo, un omicidio a Parigi, nel costoso Hotel Ritz di Place Vendome e un suicidio nei sorvegliatissimi ambienti della Santa Sede, giù dalle scale a doppia spirale elicoidale dei Musei Vaticani. Le vittime: il sovrintendente delle gallerie fiorentine e il curatore della raccolta pontificia d’arte rinascimentale, un monsignore francese.
Non male come avvio per un thriller che rilancia gli intrecci di storia e di arte, di simboli e di misteri alla Dan Brown. Il varesino G. L. Barone sa come stregare i lettori fin dalle prime pagine. Il successo ottenuto con i suoi ebook è replicato ora nella versione cartacea per Newton Compton, per cui ha da poco pubblicato “La chiave di Dante” (308 pagine, 9,90 euro) edizione cartacea con finale inedito del bestseller solo digitale in cinque puntate “Il tesoro perduto dei templari”, sempre Newton Compton, collana Originals, uscito dal 2013.
Mons. Claude de Beaumont, al culmine di una serie di giornate di particolare agitazione, si è gettato nel vuoto dopo aver sostato a lungo davanti a un dipinto di Raffaello nelle stanze vaticane: la Trasfigurazione. È quello che spiegano all’incaricato delle indagini, l’ispettore dell’Interpol Nigel Sforza, un ottimo funzionario, che non ha mai smesso di vestire come un adolescente: Ray Ban Aviator da sole, chiodo di pelle, jeans sdruciti, maglietta nera attillata, un Fonzie di “Happy Days”, invecchiato di dieci anni.
In effetti, l’omicidio indicato all’inizio non c’è stato. O meglio, si verificherà solo adesso, a Firenze, con le stesse modalità, anche se un giovane docente universitario si è già autoaccusato a distanza del delitto. Il prof. Manuel Cassini ha avuto la netta visione del colpo mortale di pistola inferto all’importante dirigente degli Uffizi. Ordinario di letteratura a Napoli e tra i massimi esperti di Dante nel mondo, non dovrebbe avere l’attitudine di un uomo d’azione. Oltretutto è in stato confusionale. Capisce che per venire a capo del mistero delle morti – presto ce ne saranno altre – che lo toccano da vicino, deve risalire indietro a tutti gli spostamenti che ha compiuto nella settimana precedente il Capodanno della strana visione. Ma su quei giorni è calato il buio: una confusa amnesia.
Glissando sulle figure femminili, per non guastare il gusto della scoperta per i lettori, tra gli altri protagonisti spicca indubbiamente Al Husayn, il magnate di Dubai affetto da SLA che si è fatto realizzare un dispositivo avveniristico di controllo cerebrale. Una rete di sensori collega i neuroni del suo cervello ad un sofisticato computer, consentendogli di muoversi in carrozzina, di comunicare (con la voce di un divo da soap opera) e soprattutto di elaborare, molto più intensamente di un individuo normale e normodotato.
La gente che si muove nelle pagine a tutta forza di Barone è tantissima. Uomini e donne di organizzazioni varie, governative e non, di servizi, sodalizi, sette.
Fughe, agguati, sequestri. Avanti tutta, su e giù per l’Europa e nell’arte straordinaria del nostro Rinascimento.
Va detto, ancora, del segreto dei pittori maledetti e questo convincerà anche i meno reattivi tra gli amanti dei thriller a correre in libreria davanti alle pile del libro di Barone. Nelle allegorie e nei simboli disseminati da alcuni grandi artisti (Botticelli, Tintoretto, Caravaggio), sono disseminati segni secondari rispetto al tema del dipinto. Nascondono messaggi che i maestri volevano trasmettere a qualcuno in grado di decifrarli. Ecco perchè è entrato in scena la Trasfigurazione di Raffaello ed entrerà L’ultima cena di Leonardo, nella chiesa delle Grazie a Milano. E si apprende di altri collegamenti introdotti dall’Alighieri nei suoi versi.
Tutto porta ad una fredda isola artica, l’Islanda e al forziere sepolto nell’estate 1217 dagli ottanta cavalieri con l’identica sopravveste bianca sulle cotte di ferro medievali. Una missione vitale: il baule custodisce un oggetto che ci si deve ancora augurare non finisca mai nelle mani sbagliate.
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