La confessione di Tommaso
- Autore: Aniello Milo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Vorrei… vederti…chiamarti…parlarti…accarezzarti…guardarti…baciarti…e ancora… vorrei ammirarti…palparti…odorarti…assaporarti…succhiarti…prenderti, in una parola sola: amarti.”
Una dichiarazione d’amore, tra le più belle che possano essere state scritte per una donna, quella che Francesco Gaetani scrive alla sua amata, la contessa Maria d’Algran. È una chicca tra le tante del romanzo “La confessione di Tommaso” di Aniello Milo. Maria e Francesco si incontrano e si amano nei luoghi suggestivi della costiera amalfitana, descritti con dovizia di particolari e con maestria quasi da pittore, da parte dello scrittore. Ma, a fare da cornice nera a questo amore, è il ventennio fascista che già manifesta il suo volto più feroce: le leggi razziali, la violenza squadrista, il controllo della polizia segreta con le delazioni, i ricatti, la soppressione degli oppositori politici. Tutto sullo sfondo di una Napoli, che vede l’alternarsi di vicoli bui e squallidi a palazzi stile liberty lussuosi, tra case di appuntamento di alto borgo e postriboli, in cui si consumano piaceri e miseria umana.
La censura come tutte le censure di ogni tempo espelle le idee, confisca le parole pensate, ma non impedisce alla voce il bisbiglio. E l’Italia del ventennio fascista era tutta un bisbiglio e nessun urlo…Tempi dimentichi di sensatezza e quiete…giorni, settimane, anni in cui onnipresenti convissero violenza, rabbia, aggressività e godimento per l’infelicità altrui.
L’amore è spazzato via dall’orrore di quegli anni. Maria è ebrea e il suo carnefice, Cicciobello, verace camorrista dei quartieri spagnoli, rivale di Francesco, la renderà schiava nel corpo, togliendole dignità, confinandola in una sorta di esilio coercitivo in una casa di prostituzione, che si rivelerà però la sua salvezza, negli anni dei rastrellamenti nazisti e della milizia fascista. A Francesco toccherà altra sorte, preannunciata dalla statuetta di un pastore recapitatagli a casa; una vecchia che recide un filo di lana, la Moira Atropo, che segna la fine della vita.
Il romanzo procede veloce ed agile nella scrittura fino al ritrovamento del cadavere di Francesco, ed assume un tono quasi poliziesco, quando mette in moto l’indagine che un giornalista, 50 anni dopo, avvia su quello che fu definito un suicidio. Il giallo che ne viene fuori, però, sbiadisce il suo colore, lasciando intravedere un ben più colorato intreccio, in cui tanti sono i personaggi che si alternano, ognuno dei quali costituisce il tassello di un puzzle, che l’autore brillantemente ha assemblato. Tra i tanti, di certo, spicca la formidabile figura di Gabriele D’Annunzio, uomo di società, con uno stile di vita del tutto eccezionale libero da costrizioni e vincoli, fastoso, raffinato, sensuale, ricco di tensioni erotiche, forte di ideali eroici. L’autore mostra bravura nel descrivere il pensiero con pagine impareggiabili: la teoria del collo femminile da baciare è di una eleganza unica. Il finale a sorpresa, chiarisce il titolo volutamente ambiguo all’origine, segna la conclusione di un romanzo breve ma intenso, pervaso di sentimenti ed emozioni, impreziosito dalla descrizione verista e barocca di Napoli e della splendida costiera amalfitana.
La confessione di Tommaso
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