La decima vittima
- Autore: Robert Sheckley
- Genere: Fantascienza
- Casa editrice: Bompiani
Pur essendo una lettrice onnivora, non ho mai abbracciato la fantascienza, ritenendola contraria alla mia “idea” di letteratura "alta". Ma ho scoperto di essermi sbagliata.
Casualmente, poiché il caso non esiste, un amico mi ha prestato questa raccolta di racconti di Robert Sheckley, pubblicata nel 1965 da Bompiani, e mi sono innamorata.
Certo, ci sono i viaggi interplanetari, mostri di vario ordine e grado, ma quello che più di ogni cosa mi ha colpito è l’assoluta modernità di queste storie, considerato che sono state tutte scritte negli anni ’50 del secolo scorso.
In particolare il primo racconto del volume “Il premio del pericolo” potrebbe essere stato scritto oggi, visto che narra l’esperienza estrema di un uomo comune che accetta di partecipare a degli spettacoli televisivi, che noi oggi chiamiamo reality, in cui mette a repentaglio la sua vita, potendo contare sull’aiuto degli spettatori da casa, ma dovendo temere anche il loro aiuto ai suoi potenziali sicari.
Vorrei che tutti leggessero questo testo del 1960, per capire come quella di un visionario di 60 anni fa sia oggi una sorta di realtà; oppure “Nugent Miller e le ragazze”, che mutatis mutandis mi ha riportato alla mente “La strada” di McCarthy; o l’ultimo, che dà il titolo alla raccolta e che ha ispirato un film di Elio Petri con Mastroianni che suppongo introvabile, in cui di nuovo il gioco diventa strumento di catarsi perché passa attraverso la morte, sbaragliando ogni altro sentimento.
Mi chiedo, e chiedo a voi, se mi sia imbattuta in un genio o se davvero la fantascienza di quegli anni, letta con il senno di poi (con il senno di ora) ci possa raccontare cose che allora erano, appunto, fantascientifiche, e oggi invece sono quasi reali, negli aspetti più beceramente umani che la realtà può assumere. Perché in questo caso chissà quante cose orrende potremmo evitare di imparare.
La decima vittima
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La recensione di Sara tratteggia egregiamente il suo referente , tenendosi lontana dal "critichese" che va per la maggiore e affidandosi alla misura umana / terrestre che sempre dovrebbe informare ogni intervento recensorio , in qualunque ambito voglia esperirsi .
Con stima
leopoldo attolico
Grazie Leopoldo!
Purtroppo spesso la fantascienza ha saputo anticipare il futuro, non tanto quello tecnologico quanto i cambiamenti sociali. La decima vittima ne è un esempio. Una libro a 60 e passa anni è rimasto molto attuale è Fahrenheit 451. Leggere per credere.
La mia opinione è che Robert Sheckley è (era) un genio. Ho letto diversi libri e sono tutti capolavori. Quanto al "senno di poi", devo dire (da accanito lettore di fantascienza) che nella maggior parte dei casi le previsioni, nel bene o nel male, non si sono avverate, mentre pochi autori sono riusciti a prevedere quelle che sono state veramente le svolte epocali della nostra società. Oggi non ci sono astronavi o macchine volanti, ma ci sono gli smartphone e Internet. Solo alcuni autori, più sensibili di altri nel captare lo spirito del loro tempo, hanno saputo anticipare davvero le evoluzioni del tempo futuro. Quando la fantascienza è "d’autore" non produce opere di fantasia ma letture del mondo reale, sia pure in chiave allegorica o utopica/distopica.
P.S. è appena uscita (settembre 2012) la ristampa di questo libro (edizioni Nottetempo, col titolo "la settima vittima")! spero sia solo l’inizio, e che si decidano a ristampare Sheckley, che è quasi tutto introvabile se si escludono i mercatini dell’usato!
A conferma di quanto dici (e passati 5 anni dall’averlo detto), posso dirti che non a caso mi son trovata a leggere la tua critica.
Stavo cercando la versione elettronica de "La decima vittima" di Sheckley perchè proprio come te, diciamo 35 o 40 anni fa :-( , sono incappata in un "Urania", collana settimanale di fantascienza, che conteneva proprio questo titolo.
La ricordo ancora come una delle esperienza di lettura più entusiasmanti della mia vita.
Amo la fantascienza che immagina scenari sociali e relazionali futuristici ma possibili, più che le guerre stellari.
E Sheckley è stato uno dei rappresentanti più geniali di questo "sub-genere"